Renzi si sta giocando tutta la sua credibilità

Matteo Renzi non è un premier come tutti gli altri. Presenzialista come Silvio Berlusconi. Grande comunicatore più efficace dell'ex Cav. è assai probabile che riesca nell'intento di portare la barcaccia dell'Itaia fuori dalle secche della crisi che è di dimensioni spaventose. Nessuno prima di lui si è trovato a guidare un Paese in profonda recessione da oltre 6 anni. Berlusconi ha condotto l'Italia nella bufera della crisi, spargendo ottimismo a piene mani giusto quando erano più che evidenti i segnali di un'economia mondiale che stava per collassare, improvvisat, cosidetto delle larghe intesesuscitando i risolini della Merkel e di Sarkozy, con lo spread che, all'improvviso, ha saltato lo steccato balzando a livelli record. Nell'estate di tre anni fa gli italiani hanno tremato. Con il differenziale dei tassi di interesse sui titoli del debito pubblico che ha sfiorato quota 600 punti sui bund tedeschi, chi aveva nel cassetto bot o cct nostrani, se la stava letteralmente facendo addosso. Come, molti gridavano al vento, si era sempre sostenuto che prestare soldi al Tesoro era un'operazione di tutta tranquillità (gli Stati non possono fallire!) e invece pensionati e lavoratori a reddito fisso (ma anche piccoli imprenditorim artigiani, commercianti e professionisti) all'improvviso hanno constatato che i loro risparmi rischiavano di volatilizzarsi come neve al sole! Ecco il motivo per cui Silvio Berlusconi è stato cacciato a calcioni da Palazzo Chigi. Le sue ricette erano sterili, producevano risultati all'incontrario. A novembre è stato il turno dei professori della Bocconi. Grandi speranze ed aspettative, lacrime di Elsa Fornero, lacrime e sangue per lavoratori e pensionati. Mario Monti la sua pagnotta se l'è portata a Varese, la sua città: nomina a senatore a vita. Il debito pubblico, pur con gli enormi sacrifici imposti agli italiani, ha continuato la sua marcia trionfale. Successivamente si sono svolte le elezioni anticipate (mai fidarsi dei berlusconiani e dell'ex Cav....) perchè il Pdl (che aveva a cuore le sorti del Belpaese) non sopportava più sostenere un esecutivo che mai aveva digerito e decideva di togliere la fiducia a Monti. Il quale, anzichè defilarsi dalla lotta politica, per cui non sembrava davvero tagliato, fondava un suo partito, Scelta Civica. Le elezioni dello scorso anno sono andate come sono andate. Pari e patta tra partito democratico, Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e partito della libertà a guida Silvio Berlusconi. Nessun governo per alcuni mesi, poi l'incarico ad Enrico Letta, dopo il fallimento nella costituzione di un nuovo esecutivo di Bersani. Anche il nipote di Gianni Letta ha fatto flop. Un governo improvvisato, cosid
detto delle larghe intese non ha potuto far nulla per migliorare la situazione. Fibrillazioni a tutto campo. L'unità nazionale (pur a termine) non si poteva relizzare con uomini politici di destra che scalciavano ad ogni proposta di riorganizzazione dello Stato partorita dal premier Letta. I risultati si sono visto ben presto, con il disarcionamento dall'esecutivo da parte dei filoberlusconiani più ortodossi con i separatisti guidati da Alfano che sono rimasti attaccati alle loro poltrone ministeriali. Pochi mesi dopo, la vittoria di Matteo Renzi alle primarie del partito democratico e la cacciata del sodale Letta da Palzzo Chigi.
Marco Ilapi

Leggi tutto...

Berlusconi punta nuovamente a Palazzo Chigi

Formalmente il leader di Forza Italia è il capo dell’opposizione. Di fatto è la principale stampella del governo. Non solo. Anche l’imprenditore Berlusconi si giova della situazione. Nessuno pronuncia fatwe contro Mediaset, nessuno torna a battere il tasto sulla legge per il confitto di interessi. Berlusconi, in passato, è stato di certo più potente di quanto lo sia oggi. Ma adesso è di sicuro più influente, la qual cosa, per chi è metà politico metà uomo d’affari, è assai più conveniente.

Leggi tutto...

Così vanno avanti le larghissime intese (a scorno dell'Italia)

Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .