Montecitorio, il tetto agli stipendi non vale più

Per la serie: portarsi avanti sul lavoro durante le Feste. Se Raiuno ha anticipato il Capodanno di un minutino con la scusa di battere così la concorrenza, il Babbo Natale dei dipendenti della Camera si è presentato addirittura due anni prima. Il regalo? Una sentenza del «collegio d’appello», come si chiama l’organo interno a Montecitorio competente a giudicare i ricorsi in materia di lavoro. Sfornata calda calda martedì 22 dicembre, stabilisce che il tetto dei 240 mila euro alle retribuzioni pagate dallo Stato avrà per i dipendenti della Camera valore esclusivamente temporaneo. Esattamente, fino al 31 dicembre del 2017. Dopo di che liberi tutti. L'editoriale di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera. 

I dipendenti di Montecitorio beffano il premier

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Camera dei deputati: tagli, i dipendenti non ci stanno

I dipendenti della Camera dei Deputati sono in agitazione. Non accettano decurtazioni dei loro super stipendi. Il taglio degli stipendi di Montecitorio, dove prima della sforbiciatina la paga media dei dipendenti era il quadruplo di quella dei loro colleghi della britannica House of Commons, ha avuto una sua particolarissima applicazione. Un articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera.

Montecitorio, la Casta dei dipendenti si ribella

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Un errore avere salvato Azzolini!

I parlamentari del partito democratico non ne stanno imbroccando più una! Avere votato contro l’arresto del senatore alfaniano Azzolini da Molfetta compromette il futuro di Matteo. Se lo considerate ancore un rottamatore, ebbene, lasciate correre. La forza propulsiva del funambolico ex sindaco di Firenze si è dissolta come neve al sole. Avesse voluto dare un segno vero di cambiamento di prospettiva, non avrebbe dovuto pretendere dai suoi sodali (compagni di partito) che salvassero Azzolini. In primo luogo perché dovrebbe essere elementare che i giudizi sulle malefatte dei nostri politici, di destra, di centro o di sinistra, siano demandati alle autorità preposte: la magistratura che deve valutare le carte processuali in piena libertà ed autonomia. Troppe volte negli anni bui della nostra povera repubblichetta tanti personaggi sono usciti indenni i vari Giulio Andreotti, Cesare Previti e Marcello Dell’Utri. Si il Senato, infatti, sia la Camera dei Deputati ha sempre circondato di un’aurea di intangibilità gli accusati di turno. Anche avessero platealmente violato la legge penale. Per futura memoria si rammenti il voto compatto di tutto lo schieramento di centrodestra dell’aula di Montecitorio su Ruby, che era stata definita la nipote di Mubarak, quando in tutta Italia ci stavamo scompisciando dalle risate, tanto la situazione appariva bizzarra e assurda. Eppure l’infervorato avv.Maurizio Paniz, berlusconiano di ferro (o di ghisa, chiedere a Salvini) nell’emiciclo lo aveva gridato ai quattro venti: sì, Ruby era la nipote di Hosni Mubarak, il presidente egiziano, finito poi detronizzato ed agli arresti. Quel che succede in Parlamento ha poco valore ormai. L’uomo politico dev’essere immacolato, come la moglie di Cesare. I romani (quelli dell’impero, non quelli di Ignazio Marino) erano più seri. Se Renzi ed il Pd continuano di questo passo, voti di fiducia a raffica, come nemmeno i furbi Andreotti e Berlusconi si sono mai sognati di proporre, botte da orbi a sindacati e minoranza del Pd. L’impressione netta che offre Matteo Renzi, infatti, è che lui governerebbe bene con il sostegno del centrodestra. E non ne fa mistero. A questo punto però c’è da domandarsi de a Palazzo Chigi comanda la truppa progressista del partito democratico o un’armata brancaleone che va avanti come un treno ma che rischia di deragliare al primo inatteso ostacolo? Che ne sarà della fiducia al governo Renzi quando sarà in discussione la proposta sul matrimonio per le copie omosessuali? Già Prodi ha avuto i suoi bravi problemi, infatti grazie anche al buontempone Mastella è andato anzitempo a casa. Chi vivrà, sicuramente vedrà. Che il bel tempo della politica si veda da queste intemperanze di Renzi è assai improbabile. Anche la situazione romana e quella siciliana non depone più a favore della favola renziana. Nessuno immagina cosa potrebbe succedere in occasione del referendum sulle sostanziali modifiche costituzionali. I fans di Matteo sono certi che mangeranno il panettone del 2016, alcuni dubitano che mangi quello del 2015. Troppi sono gli errori che i suoi più stretti collaboratori non li hanno impedito di commettere. Altri errori sono in arrivo. Beppe Grillo ed il suo M5S e Matteo Salvini ringraziano. Non è mai troppo tardi per rimediare. Se i risultati della crescita dei posti d lavoro non arriveranno presto, mi sa che il “vecchio” Matteo tornerà a fare il boy scout a Rignano sull’Arno.

Marco Ilapi, 29 luglio 2015

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