Matteo rincomincia dal 40%

Gli italiani gli hanno dato la fiducia che chiedeva. Tocca a Matteo non deludere i suoi elettori. In fondo, oggi Renzi è l’unico vero leader della sinistra liberale europea di governo. Marco Ventura su Panorama critica le mosse berlusconiane e quelle grilline.

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Matteo, un uomo solo al comando

Renzi ha stravinto le europee ed ha avuto quella legittimazione che gli faceva difetto. Adesso può davvero cambiare lo Stato in profondità. Può anche vivacchiare e limitarsi a qualche riforma superficiale come quella del Senato, provare a forzare i limiti europei. Ne ha la forza e la possibilità. Oppure passare rapidamente all'incasso, approfittare del primo voto contrario del Parlamento per far saltare il tavolo e tornare a votare per ottenere un nuovo plebiscito. Marco Damilano, su L'Espresso, ha descrito quali sono le prospettive che si aprono davanti al premier.

Renzi ha asfaltato la vecchia guardia del Pd

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Vince l’Italia che vuole cambiare

Il piatto è servito. Se qualcuno (anzi, per la verità, molti) riteneva che l’occupazione di Palazzo Chigi da parte di Matteo Renzi fosse in qualche modo abusiva ha avuto la risposta da parte dell’elettorato. Era doveroso scalzare un inetto Enrico Letta da capo del governo, perché in nove mesi non aveva partorito un qualche abbozzo di riforma (legge elettorale, istituzionale, sul finanziamento dei partiti, ecc), mentre Renzi (che ha avuto comunque la fiducia del Parlamento), che non è un personaggio alieno, piovuto da Marte , qualcosa ha incominciato ad innovare. Certo, le riforme sono ancora al palo, ma un ramo del Parlamento ha modificato la legge elettorale, la porcata di Calderoli e del centrodestra, l’assetto delle provincie è di molto cambiato, il cosiddetto jobs act ha introdotto novità sul fronte del mercato del lavoro.

Serviva il bagno elettorale? Beh, con l’aver quasi doppiato un protestatario (e basta) Movimento 5 Stelle, l’avere quasi riportato tre volte i voti di Forza Italia di Silvio Berlusconi e ben dieci volte i voti del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano la dice lunga sulla volontà dell’elettorato italiano di attribuire il proprio consenso all’uomo politico che maggiormente lo ha convinto: Matteo Renzi, l’ex sindaco di Firenze,il rottamatore dei D’Alema, Veltroni, Bersani e Finocchiaro, colui che ha messo nel sacco un redivivo Berlusconi con le sue dentiere per i diseredati, le pensioni di 800 euro al mese alle casalinghe e l’ennesima promessa dell’abolizione dell’Imu!

Il pranzo è servito. Magari Renzi non riuscirà a mantenere tutte le sue promesse (per intanto la promessa di 80 euro al mese ai lavoratori che hanno stipendi tra gli 8 mila ed i 25 mila euro l’anno è stata confermata: sarà pure una mancia elettorale, ma quelle di Berlusconi cosa sono?...)

Ha ragione chi sostiene che il flusso degli elettori che si è recato a votare lo ha fatto perché desidera il cambiamento. Chi ha dato il suo voto al M5S (bisognerebbe ammettere: a Beppe Grillo), chi ha dato il voto a Tsipras, ma anche al partito democratico di Matteo Renzi) lo ha fatto nella convinzione che bisogna cambiare l’Europa e l’Italia. Altre letture non s’intravedono. In Italia non cambierà nulla. Ci sarà la conferma del governo Renzi con il sostegno di Alfano. In Europa ci sarà una grande coalizione tra il partito popolare ed il raggruppamento socialista.

Angela Merkel è servita, l’Europa di domani non sarà più come l’Europa di ieri.

Marco Ilapi

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