Renzi prende in giro gli italiani

Le province non sono stato affatto abolite. Renzi ha promesso tagli alla burcrazia, ma i costi di una grassa  pubblica amministrazione sembra che lievitino ulteriormente. Sulla carta le province resteranno in vita - sia pure solo con l’elezione indiretta dei suoi massimi rappresentanti - fino all’abolizione del Titolo Quinto della Costituzione. Procedura che richiede i suoi bravi tempi e che potrebbe essere interrotta improvvisamente dal ricorso anticipato alle urne. A voler essere realisti, la notizia sulla scomparsa delle Province era - per dirla con il grande umorista americano Mark Twain (1835-1910) - leggermente esagerata. Tutto induce a credere che non solo le Province sopravviveranno come Noè, ma che il pasticcio politico-costituzionale dell’attuale riforma aggiungerà danni a danni, confusione a confusione, sprechi a sprechi. Così Giuseppe De Tomaso su La Gazzetta del Mezzogiorno.

Quel pasticcio della fasulla abolizione delle provincie

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Il centrodestra ha trovato l'anti-Renzi?

Per ora l’Anti-Renzi non c’è, perché Marchionne - il più titolato a farlo - è affaccendato in altre mansioni. Ma Marchionne domenica scorsa ha indicato il programma per un possibile Anti-Renzi. Un programma politico-economico che oggi non trova alcun leader o portavoce, ma che al più presto potrebbe trasformarsi in un’offerta politico-elettorale se spuntasse un personaggio in grado di comunicarla sulle piazze e in tv. In breve: oggi c’è solo Renzi non perché Renzi sia uno e trino, ma perché manca un pezzo da novanta capace di competere con lui, facendosi paladino dei contenuti rilanciati da Marchionne. Così Giuseppe De Toaso su La Gazzetta dl Mezzogiorno.

Marchionne (Fiat) contesta Renzi

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Troppi i mille giorni richiesti dal premier per valutarlo

Bastano i primi cento. O i governi realizzano qualcosa nei loro primi cento giorni di vita, o devono rassegnarsi a una routine mediocre e logorante. Ogni governo può dare il meglio di sé solo nei primi cento giorni, senza eccezioni. Lo può fare per due motivi. Uno, perché, dappertutto, dura cento giorni la luna di miele tra governanti e governati, con quest’ultimi disposti a perdonare ogni mattana dei nuovi prìncipi. Due, perché, dappertutto, dura un centinaio di giorni il disorientamento di alleati, rivali e avversari dopo l’insediamento del nuovo capo di governo. Silvio Berlusconi ha commesso vari errori nelle sue stagioni a Palazzo Chigi. Tanto che buona parte delle sue promesse elettorali è rimasta sui manifestiCosì Giuseppe De Tomaso su La gazzetta del Mezzogiorno.

Renzi rischia di fare la fine di Monti e Letta (Enrico)

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