Circe, la nuova dea della giustizia

Circe, la nuova dea della giustizia

Verità e giustizia da un lato, falsità e iniquità dall’altro si pongono a confronto come le personificazioni del Bene e del Male. Quando regna l’inganno anche la giustizia crolla come una colonna bianca davanti al pronao di un tempio antico, riducendosi in tanti piccoli pezzetti candidi che diventano polvere e sabbia che gli uomini calpestano. Circe, la protagonista del dramma teatrale scritto dal magistrato Luciano Violante e andato in scena ieri sera al Teatro Olimpico di Vicenza, nell’ambito della rassegna Stella meravigliosa, curata da Giancarlo Marinelli, racconta una figura del mito assai affascinante.

Circe, figlia del Sole, astro e dio insieme, e della ninfa Perseide, governa secondo giustizia in un’isola sperduta nell’oceano, il cui nome, risuonava ieri sera  come la risacca delle onde, attraverso la voce di  Viola Graziosi che interpretava il ruolo  della protagonista. Eea, Eea, Eea … La parola origina da Eos, l’Aurora. Essa era un’isola popolata da donne che accoglievano chi arrivava dal mare.

Circe della piéce di Violante non è più l’ambigua figura omerica, in parte maga crudele e in parte ammaliatrice. Omero l’aveva dipinta come una donna che trasformava le persone che giungevano nell’isola, in animali, soprattutto porci, lasciando a loro la consapevolezza che distingue gli esseri umani. La maga, come potremmo chiamarla, usando  un termine coniato in un tempo successivo a Omero, sembra in quel caso incarnare uno stereotipo femminile che l’avvicina alla strega.

I processi alle streghe che nel passato hanno bruciato tante donne innocenti si sono avvalsi della giurisprudenza. Il malleus maleficarum del frate domenicano Heinrich Kramer che fu pubblicato nel 1486 e il cui titolo in latino significa Il martello delle malefiche fu un compendio di tutti i trattati di demonologia esistenti. Negli anni fra il 1644 e il 1646, cioè in solo due anni, in Inghilterra un avvocato in cattive acque e i suoi soci riuscirono a mandare al patibolo circa trecento donne. Donne streghe e vittime … donne generalmente vittime … La Circe dell’ex magistrato e politico ripropone in veste nuova questa figura femminile e grazie a questa trasformazione svolge anche un’operazione culturale di costruzione di un immaginario positivo con al centro la donna.

 Abbiamo visto  sullo schermo ovale posizionato dietro a Circe-Viola Graziosi, il  volto della grande  poetessa russa Anna Achmatova. Lei dovette subire la sofferenza  del marito fucilato e la prigionia del figlio durante le purghe staliniane. Lei stessa venne espulsa dall’Unione degli scrittori sovietici perché accusata di estetismo e di disimpegno politico. Il male, l’ingiustizia e il potere sembrano legarsi insieme.  Attraverso Circe il governo giusto delle donne sembra una possibilità o forse anche un’opportunità.

 A lei il Sole ha trasmesso un potere divino. “Serve un dio donna … capace di capire il dolore e l’errore e di sanare le lacerazioni dell’anima”. Nell’isola di Eea si governa l’animo degli uomini. Chi è ora Odisseo, che vediamo giungere dal mare, l’eroe che dopo la sconfitta di Troia non è ancora tornato nella sua Itaca dove lo aspettano Penelope, simbolo della fedeltà femminile, e il figlio Telemaco? Ulisse mente, ha sempre mentito e continuerà a dire menzogne. Attraverso la maga Circe egli potrebbe vedere se stesso. Sarà capace di riconoscersi nell’immagine riflessa? I mostri della sua anima sono più forti. Egli se ne andrà dall’isola di Eea senza mutare convinzioni, senza chiedere perdono. Questa è anche la sua tragica libertà che lo porterà ancora a vagare nei mari … “Nessun Dio cambierà il cuore di un uomo se un uomo non vuole”.

Gli uomini per sanare l’ingiustizia del mondo potrebbero avere bisogno di un dio-donna capace di capire il dolore e l’errore. La storia narrata a volte ha  toni di durezza, ma non c’è crudeltà né cinismo. La figura di Circe incarna la speranza e il credo che anche Odisseo ammetta i suoi errori.  Circe lo attende  perché nessuno è perduto per sempre. Secondo il regista del dramma, Giuseppe Dipasquale, la donna-dea diventa la sacerdotessa del dolore e il riflesso delle profondità irrisolte altrui … Il dramma dopo la prima nazionale di ieri, sarà in scena anche stasera e domani al Teatro Olimpico di Vicenza. Si completa con esso la trilogia di eroine, scritta da Violante e  che ha avuto come protagoniste rispettivamente nel 2021 e nel 2022, Clitemnestra e Medea.

Patrizia Lazzarin  6 ottobre 2023

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