Crescita, l'Italia deve fare di più

Crescita, l'Italia deve fare di più

Le nostre esportazioni non soffriranno molto purché gli esportatori sappiano riorientare l’offerta verso i paesi che hanno maggiori prospettive di crescita. Malgrado ciò, la crescita dell’Italia potrebbe restare modesta, incapace di generare la necessaria occupazione. Pur essendo un paese “ricco”, anche il nostro si dibatte da 20 anni in una trappola dalla quale non riesce a uscire. Istituzioni barocche e inefficienti, una cultura diffusa che non coglie vincoli e opportunità espressi dall’economia globale e da un ambiente tecnologico in evoluzione, una politica per ora incapace di sintesi e di indicare mete ambiziose e credibili hanno prodotto dapprima tre lustri di crescita asfittica e poi la più grave caduta del reddito di tutta la storia unitaria. C’è però oggi un’occasione per uscire dalla trappola. Se la ripresa non potrà reggersi a lungo sulle sole spalle della moneta a buon mercato, dell’euro debole e del ribasso dell’energia è altrettanto vero che questa congiuntura – italiana e internazionale – sta creando un filo di ottimismo che consente, se colto, di fare le cose che servono a fare uscire l’Italia dalla trappola nella quale è caduta oltre vent’anni fa. Un articolo di Gianni Toniolo su Il Sole 24 Ore.

   

L'economia mondiale rallenta, rischi per l'Italia

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