Kim e Donald giocano alla guerra e c'è chi fa affari

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Molti coreani (sostiene l'arcivescovo di Gwangju e presidente della Conferenza episcopale coreana, Hyginus Kim Hee-Joong, pensano che tutte le superpotenze coinvolte stiano usando questa tensione con la Corea del Nord per i loro interessi nazionali. Si dice che alcuni Paesi stiano ottenendo grossi guadagni, proprio strumentalizzando e prolungando questa tensione nella penisola coreana. Mentre l’unica strada per provare davvero a disinnescare i conflitti e avviare una reale riconciliazione sarebbe quella di «favorire il dialogo diretto tra Corea del Sud e Corea del Nord, senza l’intervento di nessun altro Paese estero».  L'editoriale di Gianni Valente su La Stampa.

La guerra di nervi tra Trump e Kim Jong-un arricchisce molti

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Viaggio a Pyongyang a casa di Kim

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Ogni uomo o donna che non indossa la divisa militare porta appuntata sul petto una spilletta, anch’essa raffigurante il fondatore della dinastia dei Kim. Non serve neanche arrivare al parcheggio per avere la certezza che il culto della personalitá in Corea del Nord viene applicato in maniera rigidissima. Passati i controlli di sicurezza, la richiesta più particolare è quella di lasciare il telefono cellulare: verrà restituito soltanto al momento di lasciare il paese. Inoltre si viene anche privati del passaporto, che viene consegnato alla guida turistica e mandato alla sede del partito per i controlli di routine. La sensazione di essere isolati dal mondo in un luogo senza neanche internet è inevitabile, d’altro canto non c’è spazio per contrattazioni di vario tipo: se si vuole entrare in Corea del Nord le opzioni sono prendere o lasciare. Reportage di Ludovico Tallarira sul sito www.tpi.it

La Corea del Nord visitata da un occidentale

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