Cresce, in Europa, uno spirito anti-tedesco

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Uno spirito decisamente anti-tedesco sta aleggiando da qualche tempo sull'Europa ed è aumentato dopo il caso della Grecia. Ci sono due componenti che alimentano l'antipatia e addirittura l'avversione contro la Germania della Merkel e di Schäuble: l'europeismo che si sente tradito e l'anti-europeismo che vede nella Germania il vero pilastro d'una Europa dittatoriale. Un editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica.

L'Europa affonda, la salverà la Germania?

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Piaccia o non piaccia, Angela detta legge in Ue

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La spinta tedesca al primato nell’Unione Europea ha dunque un che d’inevitabile. Appartengono infatti alla Germania la popolazione più numerosa, le esportazioni più cospicue, l’economia più forte sostenuta da un’alta produttività, la tecnologia e la ricerca tra le più avanzate, strettissimi legami linguistici e/o culturali e quindi d’influenza con numerosi altri Paesi come Austria, Svizzera, Danimarca, Lettonia, Estonia; infine essa possiede una posizione geografica che la proietta immediatamente verso Oriente, fino alla Russia, con funzioni di naturale economia-guida se non di vera e propria leadership culturale. Da 150 anni l’Europa è chiamata a fare i conti con la potenza tedesca. Egualmente, da 150 anni la Germania cerca come giustapporre la sua potenza alla struttura tradizionale dell’Europa, cerca come rendere in qualche modo compatibile la prima con la seconda. Un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera.

Germania, incontrastata prima della classe

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Di troppa austerità si rischia di morire

Alla fine degli anni Novanta la Germania aveva un problema di domanda aggregata (un concetto macroeconomico). Dopo un decennio di moderazione salariale, che aveva fatto calare il costo unitario del lavoro, ma anche il tenore di vita, non c'era più abbastanza domanda in Germania per i beni prodotti dalla Germania stessa, che quindi dovette andare a cercare domanda all'esterno. La liquidità in eccedenza nelle banche tedesche fu prestata all'estero, a banche straniere come quelle greche. Le banche greche prendevano i prestiti dalla Germania e prestavano a loro volta alle imprese greche per consentire loro di acquistare beni tedeschi, incrementando in tal modo le esportazioni teutoniche. Tutto questo ha fatto crescere tanto l'indebitamento del settore privato ellenico. Non a caso sono le banche tedesche a detenere una grossa fetta del debito greco (21 miliardi di euro). Un editoriale di Mariana Mazzucato su la Repubblica.

Cara Ur, l'austerità non aiuta né la Grecia né l'Europa

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