In Europa è allarme immigrazione

Come gli Stati Uniti sono una società di immigrati (più o meno recenti), così, piaccia o no, diventerà l’Europa. Al di là del problema dei profughi di guerra, l’Europa attira centinaia di milioni di potenziali immigrati che vivono vicinissimi ai suoi confini, per lo più con livelli di reddito infinitamente più bassi del nostro. Costruire, intorno all’Europa una muraglia, figurativa se non reale, è impossibile: non fermerebbe il flusso, avrebbe solo l’effetto di selezionare i più disperati. Controlli e selezione sì, non muri. Un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera.

Immigrati, che fare?

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Atene regala a Berlino 40 miliardi di euro

  • Pubblicato in Esteri

La maggioranza dei tedeschi non arde dal desiderio di continuare a convivere con i greci. I nordici e i baltici condividono. Ai contribuenti tedeschi, ossessionati dall'idea di dover aiutare partner inaffidabili, si potrebbero però ricordare che non rischiano niente ma in ogni caso ci guadagnano. Lo dice un recente studio dell'Iwh, un loro istituto di ricerca: dal 2010 a oggi, grazie ai bassi tassi di interesse, la Germania ha infatti risparmiato 100 miliardi, cioè ben più dei 60 che ha sborsato per aiutare la Grecia. L'editoriale di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

La Grecia si salva, Angela Merkel brinda

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Se 8 anni di crisi vi sembran pochi...

Già otto anni fa l'Italia aveva ufficialmente così poche persone al lavoro che persino oggi nessun Paese europeo (tolta la Grecia) risulta in un equilibrio così precario come quello che contrassegnava l’Italia già prima del grande crac. 
Ora la manovra in arrivo per l’autunno sta sollevando un gran numero di ipotesi: il taglio delle tasse sulla casa, la flessibilità per anticipare il pensionamento, gli sgravi sul lavoro o sulle imprese. Per cercare di capirne il senso, il «Corriere» ha condotto un piccolo test: ha messo a confronto il numero di occupati in ogni Paese dell’area euro con altri adulti, quelli che in pensione, o disoccupati oppure invisibili nei dati di disoccupazione anche se vorrebbero lavorare, perché non cercano più. Il test è condotto prima sui dati Eurostat 2007 e poi su quelli 2014 (quelli più recenti sulle pensioni, peraltro stabili nel tempo, sono disponibili per il 2012). Ne emergono alcune lezioni. La più evidente è che la Germania ha avuto un’ottima crisi: è la sola economia di Eurolandia che in questi otto anni sia riuscita a incrementare il numero di persone che lavorano rispetto a chi dipende da trasferimenti monetari da parte di qualcun altro. Nella Repubblica Federale 163 occupati sostenevano cento perso ne dell’altro gruppo nel 2007, ma nel 2014 gli occupati erano già dodici di più. Malgrado le tensioni nel Bundestag per il salvataggio di Atene, l’euro sta funzionando egregiamente per i tedeschi e i tedeschi si sono dimostrati bravi nel farlo funzionare per sé. Un editoriale di Federico Fubini sul Corriere della Sera.

Povera Italia, l'economia non decolla!

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