Dove Hitler ha fallito, riesce la Merkel

la Germania si è imposta con il suo modello politico-economico e le sue preferenze di policy fino al punto di ipotizzare l'uscita della Grecia dall'Eurozona. A fronte della crisi dei rifugiati siriani, il consenso è stato sostituito da una contrapposizione senza precedenti tra paesi dell'est e dell'ovest, ma anche del nord e del sud. Di nuovo è stata la Germania a politicizzare tale crisi, proponendo una soluzione (l'accettazione e distribuzione dei rifugiati nei paesi Ue) che altri pesi hanno considerato inaccettabile. Non è importante, qui, entrare nel merito delle scelte (ad esempio, ritengo sbagliata la posizione tedesca sulla Grecia, ma corretta quella sui rifugiati siriani). Ciò che interessa, piuttosto, è mettere in evidenza la costante egemonia tedesca sul funzionamento dell'Ue. L'editoriale di Sergio Fabbrini su Il Sole 24 Ore.

Il processo di germanizzazione dell'Europa

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Ue, crisi senza fine e senza prospettive

Mi sono permesso di incoraggiarlo più volte da queste colonne a farsi paladino dell'Europa federata attraverso questi passi fondamentali: Difesa, Politica estera, Tesoro, ministri europei con le relative cessioni di sovranità; ma Renzi ha nel cuore la sua "premiership" fortemente sovrana e non vuole in alcun modo che avvenga un declassamento degli Stati nazionali. L'editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica.

Il nostro premier attacca la Merkel, ma risultati zero

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L'Europa è in declino e nella Bce si briga

Una deflazione dei conti innescata dalla politica della Bce sarebbe esiziale nella attuale situazione delle banlieue di Parigi. In aggiunta, l'esempio francese di sfida alle decisioni comunitarie, se dovessero prevalere le due Le Pen, si verrebbe a sommare a quello tedesco invogliando gli imitatori del centro Europa. Quando la signora Merkel invitò i profughi della Siria a emigrare in Germania diede una misura della forza raggiunta dal plesso produttivo della economia tedesca, e della forza della piena occupazione della forza lavoro, compresi i lavoratori meno essenziali e più marginali anche dei paesi vicini alla Germania, come quelli della Mittel Europa. Si risentirono coloro ai quali si accollava l'onere della sistemazione dei profughi siriani sul territorio, ma la forza della economia tedesca non era in nessun modo messa in dubbio. Il signor Weidmann comunque può ritenere che le sue sfide all'interno del Consiglio della Bce potranno restare senza eco in Germania e invece dargli il senso di avere finalmente vinto una partita contro i keynesiani del resto del mondo. Ora nelle menti di parecchi europei, ma anche di altri continenti non è più di moda sentirsi "siamo tutti keynesiani comunque", perché per far ripartire l'economia l'interventismo sembra una politica necessaria come l'antibiotico contro le infezioni, a prescindere dalle convinzioni teoriche. Innanzitutto si prende e poi si discute dei massimi sistemi economici. L'articolo del prof. Marcello De Cecco su la Repubblica.

Bce, Draghi e Weidmann, la guerra continua

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