La Germania si sceglie gli immigrati, l'Italia no

Cercando di guardare oltre l'orizzonte dell'inevitabile emergenza cui segue un'altra emergenza e mettendo in chiaro, a Bruxelles, che se la partita diventa quella per la quale ci si sceglie i profughi potenzialmente più integrabili e più funzionali alle esigenze dei mercati del lavoro, l'Italia non può rimanere il serbatoio di scarico dell'immigrazione economica più estrema e più difficile da integrare. Terzo e ultimo impegno: mettersi nelle condizioni di avere strutture di accoglienza, smistamento e controllo - il governo sta valutando giustamente la chiusura del centro siciliano di Mineo - degne di questo nome e rispettose di tutti i diritti, compresi quella della sicurezza dei cittadini italiani. Tre cose da fare «velocemente», per dirla con Angela Merkel oggi vista come un esempio da seguire. Un editoriale di Guido Gentili su Il Sole 24 Ore.

Da Angela una lezione per Matteo

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Le difficoltà di Palazzo Chigi

Il premier ha davanti a sè diverse opzioni: potrebbe cercare l’accordo con la dissidenza interna del Partito democratico oppure un’intesa, circoscritta ma aperta, con Forza Italia, affrancando il berlusconismo dall’abbraccio mortale con Salvini e offrendo all’opposizione un patto stabile su alcuni punti qualificanti, dalle riforme istituzionali alla riduzione delle tasse, che garantiscano un’andatura meno singhiozzante ad un governo che per andare avanti non può più contare sulla propria orgogliosa autosufficienza. In fondo Angela Merkel, che nella sua visita all’Expo si è mostrata cordiale con Renzi e con l’Italia, è addirittura a capo di una compagine di unità nazionale, e nulla potrebbe eccepire su intese leali tra forze diverse. Compensare la debolezza di una maggioranza con espedienti tattici è un’altra illusione. Operare scelte nette e coraggiose non dovrebbe essere difficile per un leader di rottura come Renzi.

La navigazione a vista di Renzi

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Cresce la rabbia per gli sbarchi dei clandestini

Se i poveri ci invadono, noi ci dobbiamo difendere. Abbiamo impiegato decenni e decenni a conquistare il benessere. Dopo che i nostri avi  -  anche i miei  -  se ne sono andati altrove. Lontano. Oltre oceano. Dove ci trattavano con diffidenza. Per questo oggi è giusto contrastare l'invasione. I nuovi barbari. Ed è giusto difenderci dal mondo. Non solo dall'Africa. Anche dall'Europa. Che ci impone le sue regole, le sue politiche. Ma non è disposta a condividere i costi delle scelte "comunitarie". L'Euro(pa). Una moneta senza Stato. Un Marco mascherato. Sul quale incombe il profilo minaccioso di Schäuble. Accanto a quello, non meno inquietante, della Merkel. Viviamo tempi difficili. E indecifrabili. Dove si fatica a individuare il pericolo. Un editoriale di Ilvo Diamanti su la Repubblica.

Immigrazione, la paura fa novanta

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