L'addio a Schengen, dramma per Grecia e Italia

La Germania o l’Austria, se lo vogliono, possono ristabilire i controlli alle loro frontiere terrestri. Ma l’Italia e la Grecia cosa dovrebbero fare, davanti a un barcone mezzo affondato e stracarico di umanità che tenta di raggiungere le loro coste? Dare l’altolà perché altrove Schengen è sospeso e lasciare che affoghino tutti? Se sarà circondata da frontiere con i controlli riattivati, l’Italia si troverà ad ospitare migranti bloccati sul suo territorio senza più varchi per andare altrove. Il che si traduce in una disparità di trattamento che l’Europa dovrà affrontare e che il governo di Roma dovrà denunciare, reclamando le necessarie correzioni che non si esauriscono con la moltiplicazione dei centri di identificazione (glihotspots). È un caso tipico, questo, nel quale l’Italia ha ragione da vendere nei confronti di Bruxelles e di Berlino. L'editoriale di Franco Venturini sul Corriere della Sera.

La sospensione di Schengen creerà problemi a Italia e Grecia

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Renzi è emarginato in Europa, un problema per l'Italia

«A Renzi l’Europa interessa poco, ai Consigli europei è palesemente annoiato, non gli piacciono i rituali, i meccanismi, il modo di lavorare. Attacca questo e quello, ma poi si spazientisce con i dettagli, che sono tutto, e si estranea. Il premier pensa di poter esportare in Europa i due capisaldi della narrazione che lo vede vincente in Italia: la rottamazione e le riforme con cui sta cambiando il Paese. Ma il problema è che nell’Unione ci sono 28 Stati sottoposti a stress politici anche superiori a quelli dell’Italia. Cosa vuole che gliene importi agli spagnoli della riforma del Senato, quando loro rischiano la secessione della Catalogna? Dire che l’Italia è più forte perché ha fatto le riforme non impressiona nessuno. Pensi a Grecia, Portogallo, Irlanda. O per un’altra ragione alla Francia, alle prese con il terrorismo e il Front National». L'articolo di Paolo Valentino sul Corriere della Sera.

Spiegate le fragilità dell'Italia In Ue

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Le banche crollano. Il premier: "E' il mercato, bellezza!"

Il premier dice che le sue intemerate contro l’Europa che hanno fatto perdere la pazienza a Jean-Claude Juncker, non hanno niente a che vedere con l’economia e con i guai del credito, ma è evidente che si tratta di una bugia, pur necessaria. Quattro anni fa, i principali partner europei si precipitarono in soccorso delle banche elargendo generosamente soldi pubblici: la Spagna costò 52 miliardi, l’Irlanda 42, la Grecia più di 40, il Portogallo e il Belgio 19 mentre la Germania di Frau Angela mise sul piatto la bellezza di 238 miliardi di euro. E l’Italia? Non servono soldi, proclamò orgogliosamente Monti, il sistema è sano. Però fu costretto a pagare la sua parte per salvare le banche altrui. L'opinione di Roberto Manfellotto sul Messaggero Veneto.

Bad Bank in dirittura d'arrivo

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