Stella meravigliosa

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Nel divenire mutevole di Eraclito e  nell’Immutabile di Parmenide si consuma la grande antitesi  di pensiero del primo uomo greco, ancora oggi  emblema di razionalità per l’uomo moderno. La filosofia e il teatro elleni sono gli antesignani dell’Illuminismo di fine Settecento e testimoniano il coraggio di quell’antico umano di gettare gli occhi al di la delle  scie di astri che sfilano sul cielo, per interrogarsi sul significato del  suo cammino lungo il grande  cerchio della Terra. Andare a cogliere quell’antico mondo e farne sentire gli aromi, i sapori, le fragranze, e soprattutto l’energia, è una sfidain u n’epoca dominata dalla tecnologia. La presentazione della quinta edizione del ciclo di spettacoli classici, firmata Giancarlo Marinelli, al Teatro Olimpico di Vicenza, sembra confermare la forza di quella voce che proviene da un passato assai lontano.

Come Fondazione Teatro comunale e segretario della stessa, Pier Giacomo Cirella, ha illustrato nel corso della conferenza stampa,  il risveglio degli spettacoli classici nella città iberica e la grande partecipazione di pubblico, anche giovane. Dal 2019, nonostante la capienza dimezzata nel 2020 e 2021 per l’emergenza sanitaria del Covid-19, si sono registrate 23.560 presenze e si stima che la nuova rassegna  concluderà il ciclo con il raggiungimento di 30.000 spettatori. Considerato anche il tabellone della prossima stagione autunnale si contano  44 prime nazionali, per un totale di 134 rappresentazioni. Stella Meravigliosa, il titolo del 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, enuncia in un modo che sembra già illuminare a giorno lo scenario,  un duello vitale fra due schiere rivali, fra  la scelta di conservare  o  distruggere Noi e la  nostra Storia. Giancarlo Marinelli racconta la gestazione dell’idea che l’ha portato a progettare la nuova rassegna.  Egli ha preso spunto da un suo bagaglio personale, il libro preferito, riletto e ristudiato: Stella Meravigliosa, un romanzo del 1962 dello scrittore giapponese Yukio Mishima, un testo che incarna il dilemma atroce tra conservazione e annientamento e  mostra la necessità irrevocabile di una scelta. Questa scelta viene traslata fino a toccare il mondo dei classici, il nostro ieri. Racconta Marinelli:  Stella meravigliosa è il romanzo perfetto per declinare il tema della conservazione e della  distruzione sul testo. Conserviamo l’autenticità dei classici o  li chiudiamo in una bacheca?  Crearne degli altri? E possibile abitare quel passato? La distruzione del classico, del testo, del teatro: ecco la sfida? Le declinazioni di questa rassegna, potremmo quasi osare dire, sono uno spettacolo nello spettacolo.

Il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico è promosso dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana.  “Per la Biblioteca civica Bertoliana, Istituzione che qui rappresento – dichiara laPresidente Chiara Visentin – essere presente al Ciclo dei Classici e al suo tavolo tecnico conferma quanto la ricerca e la lettura dei testi siano imprescindibili per raccontare, scegliere e ricordare, per formarsi una propria identità critica. E le voci che da secoli si leggono in Bertoliana sono tutte voci del mondo, dall’antichità fino ad ora. Tra testi classici e attualità, perché un classico è un libro che non ha mai finito di dire qual che ha da dire.”. Stella meravigliosa” farà il suo debutto giovedì 21 settembre 2023 alle 21.00 con la prima nazionale di “Sette a Tebe”, uno spettacolo ispirato alla tragedia di Eschilo, con la drammaturgia di Gabriele Vacis che cura anche la regia e PEM-Potenziali. Protagonista sarà la forza tragica dell’antico spirito della gente di Tebe.  “Sette a Tebe” andrà in scena anche venerdì 22 e sabato 23 settembre. Il Progetto Milk Wood, i reading poetici itineranti nei luoghi storici e monumentali dei paesaggi e delle Città, inaugurati con i versi di Dylan Thomas lo scorso anno, saranno  ripresi per la nuova edizione attraverso le parole struggenti di Ernest Hemingway in “Di là dal fiume e tra gli alberi”, in programma domenica 24 settembre alle 19.30 e alle 20.30. Interpreti e protagonisti a Vicenza: Primo Reggiani, Lella Costa e Sebastiano Somma. La Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico e il suo Giardino saranno gli spazi della performance. Il progetto  rievocherà  i luoghi nei quali si è svolta la storia d’amore tra il colonnello Cantwell e la giovane Renata nel romanzo di Hemingway, e quindi, con una “licenza narrativa”, il reading andrà in scena anche a Taormina, e poi a Caorle e a Pieve di Soligo.

Un grande classico del Novecento per il terzo titolo del 76° Ciclo Olimpico, è il ritorno  venerdì 29, sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre,al Teatro Olimpico dell’ “Histoire du Soldat”, con la  musica di Igor Stravinskij, libretto di Charles Ferdinand Ramuz, nella versione di Giancarlo Marinelli. Torna al Teatro Olimpico Drusilla Foer, Andrè  De La Roche nei panni del Diavolo e con Beatrice Venezi, direttore d’orchestra. Histoire du Soldat”, opera scritta nel 1918 agli albori dell’epidemia di spagnola, è una storia di guerra, “leggera, adatta a viaggiare nelle piazze”, nell’idea di Stravinskij, con un’orchestrazione straordinaria e una drammaturgia di profonda introspezione. La storia è quella del Soldato che vende il suo violino, ma soprattutto la sua anima al Diavolo, in cambio di una ricchezza che lo priverà di tutto, e prima ancora della possibilità di essere amato.. Una performance di forte impatto per il quarto titolo dei Classici, ovvero “Still Novo – Cancellare, correggere, disseppellire”. Essa è un’opera interattiva che porta la firma di Daniele Bartolini e di Stefania Vitulli: un incontro-scontro proposto dalla compagnia italo-canadese DLT, in programma per venerdì 29, sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre, con partenza dal Teatro Olimpico alle 18.00 e alle 20.00. Lo spettacolo itinerante per 25 spettatori a replica,  propone due diversi percorsi che si snoderanno in alcuni luoghi del centro storico. . Ancora una prima nazionale, per il quinto spettacolo dei Classici, il monologo “Circe” di Luciano Violante, interpretato da Viola Graziosi, con la regia e scene di Giuseppe Dipasquale, in programma giovedì 5, venerdì 6 e sabato 7 ottobre al Teatro Olimpico. Esso è una produzione di Teatro di Roma - Teatro Nazionale. Dopo Clitemnestra e Medea, Luciano Violante - magistrato, ex Presidente della Camera dei Deputati, - dedica il nuovo spettacolo a Circe, la dea-maga simbolo della seduzione. Nella nuova performance si susseguono gli incontri con  personaggi segnati dal dolore: dalla poetessa russa Achmatova a Giuda Iscariota, a cui seguono le figure del mito classico fino all’inevitabile e multiforme Odisseo.

E Odisseo lo rivediamo anche nel sesto spettacolo proposto nel programma, sempre in prima nazionale.  Parliamo di “Odisseo, colui che corse al di là del mare” presentato nell’ambito de La Tragedia Innocente, con Giuseppe Pambieri e i giovani attori di Tema Cultura Academy , il testo e la regia di Giovanna Cordova e coreografie di Silvia Bennett, in calendario venerdì 13 e sabato 14 ottobre alle 21.00e domenica 15 ottobre alle 18.30 al Teatro Olimpico. In una scena completamente spoglia prendono vita i ricordi di un passato che inizia su una spiaggia di un mare nordico, quello raccontato da Joyce nel suo Ulisse. Dal flusso di coscienza alla “Bellezza Imperfetta”: è questo il titolo del settimo spettacolo dei Classici all’Olimpico, un’originalissima performance in prima nazionale, di e con Diego Dalla Palma e con la partecipazione straordinaria di Nancy Brilli, giovedì 19 ottobre – Luciana Savignano, venerdì 20 ottobre – Cecilia Gasdia, sabato 21 ottobre, sempre alle ore 21.00 al Teatro Olimpico. Il progetto scenico e regia  sono di Ferdinando Ceriani. L’uomo di spettacolo, emblema della cura e della ricerca della perfezione estetica, ripercorre la storia imperfetta e sorprendente della sua vita,  in sei quadri che lo conducono alla Bellezza. Un racconto, magnetico, ironico, che procede per brevi frammenti, accompagnati e intervallati dalle musiche di Cesare Picco e dalle canzoni che hanno segnato i momenti più significativi della vita di Diego Dalla Palma.  

Ottavo e ultimo titolo ancora un lavoro che tocca il Novecento e ancora una prima nazionale: un reading teatrale con musica dal vivo ispirato a “Gli Americani a Vicenza ed altre storie” di Goffredo Parise”. “Gli Americani a Vicenza”, di e con Antonio Stefani e con i giovani attori di Tema Cultura Academy, in collaborazione con l’Associazione Musicale Francesco Manzato di Treviso e la regia di Giovanna Cordova viene presentato, sabato 21 ottobre alle 16.00 e alle 19.00 nel Soldiers’ Theatre della Caserma Ederle. Il reading nasce in presa diretta, al momento dell’arrivo delle truppe americane in Città alla fine della Seconda Guerra Mondiale. È la voce del Parise dei reportage di viaggio a farsi sentire, anche se poi la scrittura giornalistica diventa letteraria nel  tratteggiare personaggi e situazioni della realtà vicentina del tempo per  ricostruire racconti inediti.

 Il sito ufficiale della rassegna è: www.classiciolimpicovicenza.it

 Patrizia Lazzarin, 4 maggio 2023

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La terra è rotonda. Cose spiegate bene

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Comunicare con senso di responsabilità presume chiarezza e conoscenza. L’ultimo numero di COSE SPIEGATE BENE, la rivista di carta del Post, diretto da Luca Sofri, intitolata La Terra è rotonda, all’interno di una successione di informazioni e notizie coordinate in un progetto scientifico, offre una serie di stimoli per immergersi in una delle materie più trascurate dai programmi scolastici: la geografia. Gli studiosi, autori degli interventi contenuti nella pubblicazione, ci fanno camminare sul nostro pianeta, mostrandoci quali meraviglie di funzionamento lo caratterizzano, ma anche le trasformazioni operate dall’uomo con effetti sia positivi sia  negativi.  Si sfatano  luoghi comuni e si comprendono  le ragioni di tante  cose e avvenimenti  che fanno parte di un sapere comune, senza  conoscere le motivazioni che li hanno originati. Perché alcuni fenomeni meritano di essere rispiegati daccapo come, ad esempio, il riscaldamento globale. La storia si lega allora alla geografia per meglio studiare i problemi. L’estate del 536 fu gelida, una fitta nebbia oscurò per mesi il cielo, in Cina nevicò d’estate e naturalmente milioni di persone soffrirono la fame per i danni causati all’agricoltura. Presumibilmente la causa furono le grandi eruzioni vulcaniche originatesi in Islanda, i cui gas e polveri non permisero al Sole di scaldare la terra. Ma i gas serra, come l’anidride carbonica, prodotti soprattutto dall’uomo a partire dalla fine dell’Ottocento, con la  seconda Rivoluzione Industriale, sono da valutare da soli o, in rapporto a tutti gli altri gas e, nel contesto di un sistema complesso che considera  l’evaporazione, le correnti degli oceani, il calore che la Terra produce da se e quello che arriva dal Sole? Addentrandoci nelle pagine del libro facciamo così interessanti scoperte che ci aiutano a riconsiderare il problema assai dibattuto del riscaldamento globale. La Terra si collega all’immenso Universo: allo Spazio, ma dove finisce l’una e dove inizia  l’altro? Ci sono convenzioni in proposito? La ragionevolezza degli accordi fra Stati nella risoluzione di tematiche di comune interesse diventa cruciale, come avviene con i fusi orari e il problema dei diversi tempi sulla Terra. I fusi orari sono diventati fondamentali per gestire le relazioni commerciali e i trasporti a partire dalla progressiva rapidità delle comunicazioni, come avvenne quando si cominciarono a costruire  le prime linee ferroviarie. Hanno dunque, tornando alla domanda iniziale, il cosmonauta  russo Jurij Gagarin,  e tanti altri dopo di lui, come gli italiani Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano, davvero viaggiato  nello Spazio? In quale strato dello scudo atmosferico che ci protegge da una serie di radiazioni solari “navigano” gli aerei?  Si ridisegnano le coordinate di una geografia che ci fa ripensare alla nostra concezione del mondo e diventa l’occasione per far nascere  nuove riflessioni. Dentro un mondo che gira: le nostre vite seguono i movimenti della Terra e anche della Luna, si spiegano le stagioni, il giorno, la notte e le maree. Gli spazi e il modo di muoversi su di essi  si sono modificati in maniera decisiva anche per opera dell’uomo come quando furono inaugurati il Canale di Suez e quello di Panama. Capiamo gli  sforzi, le fatiche e le trasformazioni necessarie per arrivare a questa rivoluzione dei trasporti che ha cambiato anche le relazioni umane, mutando le rotte tra oceani e continenti. Gli anni  1869 e  1914, quando si inaugurano i due canali, rappresentano date epocali. Come raggiungere i Poli attraverso i ghiacci?  Un tema molto dibattuto da sempre, sono  i confini  geografici … politici … A cosa servono?  Come mutano anche per i cambiamenti climatici? Scopriamo le nuove capitali costruite dal nulla per esigenze reali o per capriccio del legislatore. Il libro approfondisce queste ed altre tematiche che illuminano di nuova luce le nostre convinzioni e ci portano in  luoghi del nostro pianeta come i territori sconfinati dell’Africa con le sue dinamiche sociali, politiche ed economiche. Ci avvicina  alle questioni tecniche che interessano le nostre grandi città con la costruzione delle metropolitane  e ne evidenzia di alcune  storia, benefici e  difficoltà della loro realizzazione. La pubblicazione edita da Iperborea contiene i testi di Stefano Boeri, Marta Ciccolari Micaldi, Elena Dell’Agnese e Francesca Mannocchi. Le illustrazioni sono state realizzate  da Jacopo Rosati.

Patrizia Lazzarin, 1 maggio 2023

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Le alterazioni molecolari negli astrociti del cervello

Ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Cnr e dell’Università degli studi di Padova hanno individuato nella mancata attivazione degli astrociti, un tipo di cellule presenti nella corteccia cerebrale, un deficit che pregiudica la funzionalità del cervello nei modelli murini. La ricerca, pubblicata su Nature Communications, potrà favorire la diagnosi precoce della malattia e lo sviluppo di nuove terapie mirate

Un team di ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova e Pisa (Cnr-In) e del Dipartimento di scienze biomediche dell’Università degli studi di Padova ha studiato le alterazioni dei segnali intracellulari nella malattia di Alzheimer, una patologia neurodegenerativa - ancora oggi incurabile - che colpisce oltre 50 milioni di persone nel mondo. L’Alzheimer si caratterizza per una progressiva atrofia cerebrale con perdita di memoria e problemi cognitivi e, nella maggior parte dei pazienti, si presenta in forma sporadica. Solo nel 5% dei casi è familiare, ovvero causata da mutazioni genetiche ereditarie.

Per questa ricerca, pubblicata su Nature Communications, sono stati utilizzati modelli murini che conservano alcune caratteristiche tipiche delle forme ereditarie della malattia. “Sappiamo che gli animali che presentano questo tipo di mutazioni genetiche manifestano difetti di memoria”, spiega Micaela Zonta, ricercatrice del Cnr-In e autrice dello studio. “La ricerca fino ad oggi si è concentrata principalmente sulle disfunzioni a carico dei neuroni, ma numerosi studi hanno evidenziato l’importanza degli astrociti, cellule che interagiscono in maniera continua e dinamica con i neuroni per un corretto funzionamento del cervello. Nel nostro progetto abbiamo rilevato una riduzione dell’attivazione degli astrociti nella corteccia cerebrale deputata alla ricezione degli stimoli sensoriali: questo difetto degli astrociti compromette la plasticità sinaptica neuronale, un fenomeno che è alla base dei processi di memoria e apprendimento. Abbiamo quindi esplorato la capacità di memoria sensoriale in questi animali, rivelando che non sono in grado di mantenere memoria del riconoscimento di un oggetto percepito con l’esplorazione tattile.

La ricerca approfondisce anche il meccanismo che è alla base della riduzione del segnale degli astrociti, dimostrando che questo deficit è causato dalla diminuzione di una particolare proteina. “Abbiamo indotto la produzione della proteina STIM1 negli astrociti, ottenendo la completa riattivazione del loro segnale e il recupero della plasticità sinaptica. Questo risultato è importante perché propone un nuovo meccanismo su cui poter agire per contrastare la progressione dei sintomi cognitivi. Nelle patologie del sistema nervoso, porre l’attenzione su tutte le cellule cerebrali con un approccio integrato potrà portare allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche e all’identificazione di nuovi potenziali biomarcatori, allo scopo di ottenere una diagnosi precoce che consenta di intervenire nei primi stadi della malattia”, conclude Zonta.

Patrizia Lazzarin, 30 aprile 2023

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