Salvo miracoli, l’emergenza rifugiati, specchio e paradigma di una crisi esistenziale senza precedenti, le promette la discesa finale agli inferi, alle radici di tutte le contraddizioni maturate in una casa comune dove quasi tutti oggi si sentono estranei per le ragioni più disparate. Dove troppi erigono muri e si tagliano ponti alle spalle. La saga degli egoismi e delle follie anti e proto-storiche sembra inesauribile. Più del tetto illegale agli ingressi giornalieri di rifugiati, sconcerta la subitanea riesumazione dell’impero austro-ungarico ad opera dell’austriaco Werner Faymann, il cancelliere socialdemocratico che convoca un vertice unilaterale per negoziare a tu per tu con i Balcani (senza Atene né notifica ai partner Ue) e blindare il confine tra Macedonia e Grecia. Come se fosse solo il suo e il loro, quel confine, e non fosse anche un confine greco e europeo. Evocare vecchi incubi per crearne di nuovi? Si direbbe di sì. L'editoriale di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.
Ue, scontro tra eurottimisti e europessimisti