L’arte della ribellione - Banksy&Friends

L’arte della ribellione - Banksy&Friends

Guardare e parlare di arte della contemporaneità è entrare in un universo dove può succedere davvero di tutto. Magia, stupore, diversità, esoticità, colori e forme, grandezza e povertà … L’elenco potrebbe comprendere infinite varianti e combinazioni, termini super gettonati  e altri in disuso e non  ci è chiaro  quando potremmo concludere di scriverlo. Il messaggio che essa contiene a volte è subito chiaro, in altre è difficile riconoscerlo, nei meandri di un sapere che talora sembra giocare a rimpiattino. La LX Biennale che si è aperta in questi giorni a Venezia, è un viaggio dentro questo mondo fantasmagorico dove il cittadino di ogni urbe cerca  risposte che siano in sintonia con il proprio tempo.

Esprime chiaramente le proprie intenzioni Banksy&Friends: l’arte della ribellione, la mostra che racconta la contemporaneità attraverso gli occhi di alcuni tra i più influenti artisti viventi e che sarà ospitata dal 24 aprile nel nuovissimo JMuseo di Jesolo,  dove potremmo vedere circa 90 opere tra le più irriverenti  dell’arte contemporanea.  

I protagonisti saranno Banksy, Jago, TvBoy, ma anche altri artisti conosciuti a livello internazionale come  Liu Bolin, David LaChapelle, Takashi Murakami, Mr Brainwash, Obey fino agli italiani Angelo Accardi, LAIKA, MaPo, Laurina Paperina, PAU, Nello Petrucci, Andrea Ravo Mattoni e Rizeke Giuseppe Veneziano.  Essi tutti sono rappresentanti di  un’arte pubblica e sociale che è diventata ormai un linguaggio accessibile, diretto e di denuncia, in cui lo spettatore può immedesimarsi perché parlano di una realtà  a cui sente di appartenere.

L’esposizione ha la curatela di Piernicola Maria Di Iorio.  Ci parla di vita, di morte, di ingiustizia sociale e di guerre, narrate ora con spirito canzonatorio, ora con maestria lirica o  con un deciso tono di attacco. Il messaggio non è  mai  scontato, scuote le coscienze, indigna e commuove. Questi artisti hanno creato una rottura con i riferimenti classici del mondo dell’arte e della sua fruizione, rifiutando di entrare a far parte di un sistema chiuso.  Ironia della sorte, essi con le loro opere e la narrazione che li identifica, sono diventati molto ricercati e attualmente sempre di più, dalla gente e dai musei e centri d’arte contemporanea.

La mostra è prodotta dal Comune di Jesolo ed è  organizzata da Piuma e Arthemisia.

Il percorso della rassegna si apre con le opere di Jago, giovane scultore italiano che ha raggiunto in pochi anni una fama internazionale.  L’artista utilizza il marmo come materiale nobile, ma tratta temi fondamentali della nostra epoca, instaurando un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo di video e dei social network.

Si prosegue con TvBoy, per cui  valgono gli insegnamenti dell’universo fumettistico e dei cartoon giapponesi che si uniscono alla dimensione evocativa di pop part e urban art definendo la poetica della sua arte. Le sue opere sono caratterizzate da un forte realismo e  i contorni delle figure sono ben riconoscibili. Immigrazione, violenza di genere, attenzione verso l’ambiente e le problematiche che derivano dall’immaginario consumistico assumono in lui una simbologia accessibile e concreta.

David LaChapelle, fotografo statunitense è entrato nella rosa dei dieci fotografi più importanti al mondo grazie ai suoi scatti surreali, caratterizzati da colori brillanti e fluo. Il suo lavoro è stato spesso descritto come barocco, perfino eccessivo, in cui è chiara una visione della modernità caratterizzata da una spiccata ironia. Le sue opere, che spaziano da ritratti di celebrità a scene fantastiche e oniriche, offrono un commento critico sulla cultura contemporanea e sulle sue ossessioni: fama, consumismo, sensualità, bellezza e spiritualità. E proprio la spiritualità segna l’evoluzione dell’arte di LaChapelle, aggiungendo un ulteriore strato di profondità al suo lavoro.

Liu Bolin è un artista cinese di fama internazionale, conosciuto per le sue performance di fotografia mimetica. Nato nella provincia dello Shandong nel 1973, appartiene a quella generazione artistica dei primi anni Novanta, che si è fatta largo tra le macerie della Rivoluzione Culturale, in una Cina travolta da un rapido sviluppo economico, e in un momento di relativa stabilità politica. Bolin rimane immobile come una scultura di carne e ossa. Il suo corpo, accuratamente dipinto si integra nello spazio, sfugge alla vista, svanendo nel contesto alle sue spalle: scenari urbani di ogni tipo, oggetti, architetture. Le sue azioni mimetiche divengono strumento di denuncia di problematiche sociali, politiche e ambientali: dallo sfrenato processo di urbanizzazione delle megalopoli cinesi, alla tutela e conservazione del patrimonio artistico in Italia, al dilagare del consumismo nella sequenza di scatti dal titolo “Shelves”, realizzata tra gli scaffali, colmi di merce, dei supermercati. L’occultamento del corpo, il privarsi dell’identità umana per diventare “cosa tra le cose”, costituisce il tratto distintivo del suo linguaggio e della sua personale visione della realtà che lo circonda.

A seguire troviamo le opere di Rizek, l’artista che con la cifra estremamente  viva dei suoi stencil, narra l’asprezza di condizioni sociali difficili, mai banali. Inizia la sua attività nei primi anni 2000 a Roma, ispirandosi allo street artist inglese Banksy. Le sue opere hanno un forte impatto visivo e concettuale. Rizek non risparmia nessuno, dalla Chiesa ai potenti, creando immagini ironiche e dissacranti. La sua street art si caratterizza per l'uso del nero e rosso, colori dal forte impatto per creare opere immediate e incisive. Rappresenta una delle voci più critiche e provocatorie nel panorama street art italiano. Rizek, da parte sua, con i suoi interventi sui muri non ha mai fatto qualcosa solo per denaro, il conformismo globale o alla moda. Ha sempre seguito il cuore e le sue passioni, ha scelto la libertà.

Nessuna bozza o disegno preparatorio, la sostituzione dei colori ad olio con l’uso delle bombolette e un intervento diretto sul muro: questo è lo straordinario modus operandi di Andrea Ravo Mattoni. La sua scelta di riprodurre i capolavori dell’arte, oltre a dimostrare un talento fuori dal comune, ha il merito di rompere la linea netta di confine che divide l‘arte classica e rinascimentale dell'arte odierna.

Laika, artista  indipendente, misteriosa e libera, il cui nome d'arte è un omaggio alla cagnetta che salì sullo Sputnik nel 1956, si definisce un’attacchina che pratica la riflessione e ne fa arte istantanea. Con la visione disincantata e ironica di Laika, l’attenzione rimane viva, tenace come i suoi poster e adesivi, effimeri tableau vivant, che attraggono interesse e sguardi al nostro passaggio per strada. Lo so è “solo” un poster, ma si può dire molto con la carta, si può dire tutto!: dichiara l’artista.

Un’immagine che non ha bisogno di presentazioni: tutto è speranza, Hope (2019)appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obey che renderà memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America.

Giuseppe Veneziano è oggi uno dei principali artisti italiani della corrente new pop. Con il suo linguaggio pittorico l’artista affronta temi sensibili come la politica, il sesso e la religione, attraverso cui ci fornisce un’immagine diretta, oggettiva e smaliziata della società odierna. Per Veneziano non c’è differenza tra messa in scena e realtà, elementi che tendono a mescolarsi e confondersi nell’odierna società mediatica.

 MaPo realizza opere con i protagonisti di Walt Disney, il creatore di quella che è forse la più forte iconografia del '900, e li inserisce nel panorama del lusso, tra carte di credito, marchi di moda e champagne: i cartoni animati "mimano" la vita e forse anche il lusso è in un certo senso parte di una recita quotidiana che ognuno di noi (o almeno chi se lo può permettere) utilizza per imporre il proprio status.

Mr. Brainwash, definito come colui che ha generato la collisione tra street art e pop art,  è fortemente influenzato da artisti pop come Andy Warhol e Keith Haring.

Laurina Paperina, figura ironica e irriverente, nelle sue opere spesso affronta temi come la politica internazionale, il consumismo sfrenato, la fama dei personaggi mediatici e l'ossessione per l'immagine.

Il famoso  artista giapponese Takashi Murakami, noto per le sue opere in stile  superflatche mescolano influenze della tradizione artistica nipponica con elementi della cultura popolare e consumistica. Già durante gli studi inizia a nutrire interesse per la cultura underground giapponese, in particolare manga e anime. Queste forme artistiche basse, disprezzate dell'élite artistica, diverranno centrali nella sua opera. Le sue opere ritraggono spesso personaggi kawaii, colorati e deformed, mutuati dai cartoni animati. Queste figure infantili e giocose celano però un messaggio più profondo e satirico sulla superficialità della società contemporanea e si interroga sul concetto di originalità nell'era della riproducibilità tecnica. Viene ribattezzato l'Andy Warhol giapponese per la sua attitudine imprenditoriale e l'ibridazione tra arte colta e cultura popolare. Oggi Murakami è uno degli artisti nipponici più influenti al mondo.

 Le opere di Angelo Accardi illustrano visioni surreali della vita quotidiana su fondali realistici di paesaggi urbani. Accardi è sempre stato alla ricerca di nuove sensazioni nell'arte.

 Nello Petrucci è un artista visivo e filmmaker italiano che vive tra Pompei e New York. Si è distinto per il suo stile che combina “il collage”, con la sovrapposizione di manifesti presi dalla strada, e le stampe in“halftone”. Questa fusione creativa dà vita a un universo artistico coinvolgente, ricco di suggestioni e simbolismi, che ispira profonde riflessioni sulle questioni sociali più urgenti del nostro tempo. Ha collaborato con grandi registi cinematografici e le sue radici e l'influenza dello stile di pittura pompeiana sono spesso evidenti nelle sue opere, che lo hanno reso uno degli artisti di street art più interessanti del momento.

                                                                          Patrizia Lazzarin

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