Rino Gaetano

Rino Gaetano

Sono passati più di quarant’anni da quando Rino se ne è andato. La mostra che si è aperta oggi al Museo di Roma in  Trastevere celebra un poeta irriverente che utilizzava la musica e le parole per spalancare le porte alle emozioni vere, raccontando storie che in quegli anni ’70, ma ancora oggi possiedono la bellezza delle cose a portata di mano, ma allo stesso tempo  irrealizzabili. Brani di canzoni che osavano dichiarare una diversità e una sensibilità fuori del comune e la facevano propria urlandola al mondo intero. Mio fratello è figlio unico è la canzone di Rino Gaetano che è stato e lo è tutt’ora, uno dei cantautori italiani  più discussi.

… Mio fratello è figlio unico 
perché è convinto che Chinaglia 
non può passare al Frosinone 
perché è convinto che nell’amaro benedettino 
non sta il segreto della felicità 
perché è convinto che anche chi non legge Freud 
può vivere cent’anni 
perché è convinto che esistono ancora gli sfruttati 
malpagati e frustrati …

Le sue parole riflettono un clima culturale.

Egli era nato a Cosenza il 29 ottobre del 1950 da una famiglia povera e si trasferirà con essa a Roma dove il padre  prenderà servizio come portiere in uno dei palazzi del quartiere di Montesacro.  Nella città dopo non molto stringe amicizia con alcuni dei nomi più importanti della musica italiana come Antonello Venditti e Francesco De Gregori. Rino Gaetano esordisce negli anni in cui l’Italia è colpita  dalle lotte armate, dagli attentati, dalle bombe e dalle Brigate Rosse e Nere. Sono gli stessi anni delle rivolte operaie e studentesche, ma anche della Banda della Magliana. In questo contesto storico-politico egli canta della gente che lavora nelle fabbriche metalmeccaniche, di chi scende nelle piazze contro i politici corrotti o perché non riesce ad arrivare a fine mese.

In alcune  canzoni come “Sfiorivano le viole” che  tutti ricordiamo  come una delle sue più celebri, il cantautore  con ironia e malinconia, cifre stilistiche a lui proprie, parla di sentimenti.  Uscita nel 1976, sul lato B del 45 giri Mio fratello è figlio unico , unisce la leggerezza del motivo musicale alla descrizione della pienezza di un amore diventato ormai  ricordo. Un amore estivo di quelli che sono eterni: istanti ci compiuta felicità che rimanendo senza seguito fanno sognare su quello che poteva essere e non è stato …

I passi delle onde
Che danzavano sul mare a piedi nudi
Come un sogno di follie venduto all’asta
La notte, quella notte cominciava un po’ perversa
E mi offriva tre occasioni per amarti e tu

Fiorivi, sfiorivano le viole
E il sole batteva su di me
E tu prendevi la mia mano
Mentre io aspettavo

Rino Gaetano è stato un  poeta dallo stile unico.  La sua voce ruvida e i suoi testi apparentemente disimpegnati, ma pieni di contenuti hanno saputo  graffiare società e politica senza mai nascondersi dietro  maschere. Attraverso pensieri anticonformisti e parole semplici ha  “illuminato” gli anni bui della nostra nazione.

Parte da Roma  quindi il viaggio nel mondo di Rino Gaetano con la prima mostra dedicata al grande cantautore che ha segnato un’epoca nella musica italiana.

Un’esposizione inedita nata dalla ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero suo cammino artistico.  Essa è arricchita da ‘tante rarità’ di assoluto valore, concesse per l’occasione dalla sorella Anna: documenti, foto, cimeli artistici, la raccolta dei dischi, video, strumenti musicali, oggetti, abiti di scena come l’accappatoio indossato durante il Festivalbar all’Arena di Verona e la giacca in pelle utilizzata a Sanremo, manifesti e la collezione di cappelli.

Le sue canzoni, innovative e dal forte impegno civile, dopo la prematura scomparsa, sono state riscoperte e diventate veri e propri inni tra le nuove generazioni. Nei suoi testi, fatti di sberleffi e di battute caustiche  egli puntava il dito contro l’eterna crisi dell’Italia, quella delle auto blu e degli evasori legalizzati di Nuntereggae più con versi come "vedo tanta gente che nun c’ha l’acqua corrente, e non c'ha niente, ma chi me sente".

O ancora l’esaltazione della forza femminile di Gianna che "difendeva il suo salario dall’inflazione", sino alla sua celebre Ma il cielo è sempre più blu, intrisa di luoghi comuni e di misfatti che i ‘benpensanti’ definiscono progresso, ai quali si contrappone l’indomabile speranza dei “sognatori” che vagheggiano “un cielo sempre più blu”.

Cantò Gianna e, per la prima volta nella storia del Festival di Sanremo, fu pronunciata la parola "sesso". Nel teatro sanremese, all'epoca, l'impressione fu di vedere un ‘marziano’ per la forza dissacrante di quella performance ispirata più a Carmelo Bene che ai codici della musica. Non tragga in inganno la popolarità immediata delle sue canzoni: c’è molta sapienza nell’uso del sarcasmo, del calembour, del nonsense.

La mostra che chiuderà il 28 aprile, è corredata dal catalogo edito da Gangemi Editore che contiene storia, immagini e un lungo elenco di straordinarie testimonianze che aiutano a comprendere tutte le sfaccettature di un uomo considerato uno dei cantastorie di culto della nostra storia.

Nel corso dell’evento sarà possibile assistere alle performance live di Alessandro Gaetano, in trio con la Rino Gaetano Band e con Diana Tejera, che eseguono alcuni mini concerti acustici, consentendo ai visitatori di scoprire e vivere la forza della sua musica. Le date saranno comunicate sulle pagine web del Museo.

Patrizia Lazzarin, 16 febbraio 2024

Newsletter

. . . .