Una mappa della Roma antica torna visibile

Una mappa della Roma antica torna visibile

Si tratta di uno dei più rari documenti giunto a noi dall’antichità che restituisce un panorama unico del paesaggio urbano di Roma antica.

 Una meravigliosa mappa marmorea originale, la cosiddetta  Forma Urbis severiana è ora divenuta visibile e leggibile al pubblico. Essa era stata realizzata tra il 203 e il 211 d.C., tra l'anno della costruzione del Septizodium, il ninfeo monumentale che vediamo nella pianta e quello della morte di Settimio Severo che è menzionato su una delle lastre insieme al figlio maggiore, il futuro imperatore Caracalla.

Originariamente era esposta sulla parete di un’aula nel Tempio della Pace che fu in seguito accorpata nel complesso dei SS. Cosma e Damiano, nell’area del Foro Romano. La parete su cui la pianta era affissa corrisponde all’odierna facciata della Basilica. Lo studio successivo delle tracce presenti ha consentito di ricostruire la forma e la  grandezza della Forma Urbis.

La pianta era incisa su 150 lastre di marmo applicate al muro con perni di ferro ed occupava una superficie di circa 18 x 13 m. Essa venne realizzata quando le lastre erano già montate e fu progettata dopo un importante rilevamento catastale della città. È orientata, secondo l'uso romano, con il Sud-Est in alto e non il Nord.

 Nella sua integrità, su di una superficie di quasi 235 mq erano rappresentati circa 13.550.000 mq di città antica attraverso una moltitudine di sottili incisioni che raffiguravano le planimetrie degli edifici di Roma, a una scala media di circa 1:240.

Considerata la posizione, la difficile leggibilità e la generale assenza di dettagli, è probabile che la pianta marmorea avesse soprattutto  una funzione di propaganda e di celebrazione del potere, offrendo all’osservatore una visione generale della città e dei suoi grandiosi monumenti, le cui sagome erano facilmente individuabili anche grazie all’uso del colore.

Dopo la scoperta nel 1562 e la lunga permanenza a Palazzo Farnese fino al 1741, molti frammenti andarono perduti e dispersi. Le lastre finirono in parte frantumate e usate come materiale da costruzione per i lavori farnesiani del Giardino sul Tevere.

La pianta marmorea è entrata a far parte delle collezioni dei Musei Capitolini dal 1742. Quello che rimane oggi è circa un decimo del totale della pianta. Delle centinaia di frammenti, da piccole schegge a settori di lastra con interi quartieri, solo circa 200 sono stati identificati e idealmente collocati sulla topografia moderna.

 La mappa del tempo di Settimio Severo assieme ad  una sorprendente collezione di materiali epigrafici ed architettonici inseriti in uno scenario mozzafiato si potranno vedere con l’apertura al pubblico, a partire da oggi 12 gennaio,  del Parco Archeologico del Celio e del nuovo Museo della Forma Urbis sito al suo interno.

 Il Parco Archeologico del Celio occupa il settore settentrionale del colle, un’area verde orientata verso il Colosseo e all’interno della quale ci sono importanti evidenze archeologiche, come le fondazioni perimetrali del tempio del Divo Claudio. Grazie al recupero degli edifici presenti nell’area, la Casina del Salvi e l’ex Palestra della Gil, e alla sistemazione del contiguo giardino archeologico, in cui sono stati organizzati per nuclei tematici una grande quantità di materiali epigrafici e architettonici di grandi dimensioni delle collezioni dell’ex Antiquarium Comunale, provenienti dagli scavi di Roma di fine Ottocento, i visitatori avranno una nuova straordinaria opportunità per approfondire la conoscenza della Roma antica.

All’interno del Parco, nell’edificio dell’ex Palestra della Gil, è allestito il nuovo Museo della Forma Urbis.

Il Parco e Museo,  la cui apertura si deve a una serie di interventi condotti con la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, fanno parte di un ampio progetto di valorizzazione dell’intera area del Celio che si inserisce  all’interno del più ampio programma di riqualificazione del Centro Archeologico Monumentale.

Patrizia Lazzarin, 12 gennaio 2024

Orari di visita

Il Parco Archeologico del Celio è aperto tutti i giorni dalle 7.00 alle 17.30 (ora solare) e dalle 7.00 alle 20.00 (ora legale). Chiuso il 25 dicembre e il 1° maggio.

Il Museo della Forma Urbis è aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 16.00 (ultimo ingresso un’ora prima). Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1° maggio.

Tariffe

Parco Archeologico del Celio: ingresso gratuito

Museo della Forma Urbis:

Intero Non Residente € 9,00 – Ridotto Non Residente € 6,50

Intero Residente € 6,50 – Ridotto Residente € 5,50

Ingresso gratuito con la MIC Card

L’area archeologica e il museo sono accessibili a tutti

 

Newsletter

. . . .