Il mondo di sogni del pittore ebreo Marc Chagall

Il mondo di sogni del pittore ebreo Marc Chagall

Quello che mi attira è la linea curva, libera e sensuale. La linea curva che ritrovo nelle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle nuvole del cielo, nel corpo della donna amata. L'universo intero è fatto di curve. L'universo curvo di Einstein … le parole di un architetto di respiro internazionale, il brasiliano Oscar Niemeyer, sono strumentali per definire il mondo di sogni del pittore ebreo Marc Chagall, che come ἀρχιτέκτων, costruttore di spazi di bellezza e d’amore, dove  la guerra e le persecuzioni non trovano il  terreno adatto per  attecchire, si racconta nella mostra in corso a Bologna a Palazzo Albergati che, apertasi ad inizio autunno, ha avuto fino ad ora ottantamila visitatori. Nelle sue opere il pittore e l’amata moglie BellaChagall navigano vicini nel cielo   o fluttuano in forme morbide e sinuose, nella narrazione sempre incantata del poeta-pittore, dove i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza vissute a Vitebsk, una cittadina della Bielorussia, popolano, colorandolo, l’universo creativo dell’artista. Nato nel 1887 e vissuto in un piccolo quartiere ebraico del paese, proprio al di là del fiume, dove nelle vie si mescolavano agricoltori con i loro attrezzi, musicisti che suonavano il violino e commercianti ambulanti, egli condensa nella sua espressione artistica le emozioni vissute e  gli incontri fortuiti, accaduti o immaginati.  Cavalli, mucche, gatti, galli e capre popolano le strade e diventano gli abitanti privilegiati del suo mondo che egli, con tenerezza, trasferisce sulle tele e nelle stampe delle sue illustrazioni. Persone, animali ed anche cose, come l’orologio a pendolo, il samovar, la lampada della sua casa o il violino dello zio Neuch sono le lettere dell’alfabeto  di cui si serve per consegnarci  il significato dell’esistenza umana.  Una piccola società quella in cui era vissuto, ma ricca  del senso del sacro che aveva permeato  la sua vita  e che si riflette, in particolare, nelle illustrazioni della Bibbia.  E poi i colori del circo che lo affascinarono sin dalla tenera età poiché egli forse vedeva, nelle acrobazie dei circensi, la leggerezza e la fragilità dell’essere umano, che si arricchiva  di venata malinconia nei clown, figura molto presente nel caleidoscopico mondo di Chagall. Un poeta con le ali di un pittore, così lo scrittore  Henry Miller definì Marc Chagall. Arte e letteratura  si mescolarono nell’esistenza dell’artista che ebbe molti amici letterati e spesso ne illustrò  i testi. Molti autori come Blaise Cendrars, André Breton, Guillaume Apollinaire, André Salmon, Paul Éluard, Max Jacob e André Malraux furono suoi ammiratori. Egli stesso scrisse due libri: il primo intitolato La mia vita, composto in russo e tradotto in francese dalla moglie Bella, venne presentato a Parigi nel 1931 ed il secondo Poèmes, una raccolta delle liriche composte tra il 1909 e il 1965, fu pubblicato a Ginevra nel 1975. La rassegna intitolata Chagall. Sogno e Magia che resterà aperta fino al primo marzo 2020, è curata dalla studiosa  Dolores Durán Úcar, ha il patrocinio del Comune di Bologna ed è prodotta ed organizzata dal Gruppo Arthemisia. In essa possiamo vedere 160 opere dell’artista costituite da dipinti, disegni, acquarelli ed incisioni. Buona parte di essi provengono da collezioni private e quindi, di solito, non sono facilmente accessibili al pubblico. Parte del ricavato della mostra sarà devoluto a Komen Italia, un’organizzazione in prima linea contro i tumori del seno e a favore  della tutela della salute femminile, ed anche Charity partner dell’esposizione. Lo scopo della raccolta è promuovere  l’ampliamento dello spazio Donne al centro nell’Ospedale Bellaria dell’Ausl di Bologna, grazie alla costruzione  per le pazienti di un’area polivalente destinata alla musicoterapia, arte-terapia, scrittura creativa, Yoga e Qi Gong.  La vita si sposa così all’amore, sentimento essenziale nella storia di Marc Chagall. Quell’amore che lo farà volare sopra i cieli di Parigi con la sua Bella, moglie e innamorata, di cui scriverà nel La mia Vita: I suoi occhi sono i miei. È come se Bella mi conoscesse da tanto tempo, come se sapesse tutto della mia infanzia, del mio presente, del mio avvenire … I suoi occhi sono la mia anima. L’amore, la sposa e i mazzi di fiori s’incontrano con facilità nell’opera del pittore che li associa alla bellezza dell’esistenza e li potremmo apprezzare in mostra, nel gioco armonioso delle forme rappresentate. La sua cultura figurativa unisce la tradizione ebraica degli ornati dei manoscritti assieme a quella russa, sia popolare, attraverso le immagini dei luboki, sia quella religiosa  delle icone, con la storia della pittura occidentale, da Rembrandt alle Avanguardie. Un’occasione per esplorare l’animo umano sono per Chagall l’illustrazione delle Favole di Jean de La Fontaine, commissionategli  nel 1927 dall’editore Ambroise Vollard, che gli permettono anche di esprimere la sua ricca immaginazione ed  ora visibili in mostra a Bologna. Nella terza delle cinque sezioni della rassegna, ammiriamo  una serie d’incisioni colorate e gouasch che fanno parte della Bibbia che egli corredò d’illustrazioni per l’editore Vollard. Quest’opera come anche Esodo, di carattere religioso, furono precedute da un viaggio di Chagall in Palestina, un itinerario di ritorno sui luoghi simbolo della storia del popolo ebraico per assimilare nella loro profondità, la spiritualità e la luce intensa di quei luoghi.  Accanto alla gioia di vivere  di città come Parigi o amate come Vitebsk  spesso infatti, in Chagall, compare il senso dello sradicamento, conseguenza della  guerra e delle persecuzioni: è una sottile vena che penetra la sua vicenda artistica ed esistenziale e che rafforza i sentimenti d’amore e di fratellanza che costituiscono il suo patrimonio ideale. Il catalogo dell’esposizione Chagall. Sogno e Magia che è sostenuta da Generali Italia attraverso Valore Cultura, è edito da Skira.

Patrizia Lazzarin, 11 gennaio 2020

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