Nessuna maggioranza dalle urne. Che fare?

Tra tante cattive notizie che piovono sulla povera Italietta, almeno di una novità dovremmo rallegrarci: il ministro delle Finanze tedesco, dopo 8 anni di regno incontrastato del cristiano-democratico Wolfgang Schaeuble, fedele sacerdote del rigore e occhiuto censore dei conti italiani, sarà affidato a Olaf Scholz, socialdemocratico, padre di “Agenda 2010”, l’accordo che ha riformato il welfare in Europa. Si cambia. Certo, questo non significa abdicazione al rigore e al rispetto delle regole, ma certo è una svolta e alimenta la speranza che da domani sia possibile ricominciare a parlare di euro, di fondo monetario europeo, di unione bancaria, delle iniezioni di liquidità nel sistema volute (per fortuna) da Mario Draghi. Tutte cose alle quali l’Italia dovrebbe guardare con attenzione e speranza. Il commento di Bruno Manfellotto sul Messaggero Veneto.

Politiche 2018, probabile Grosse koalition all'italiana

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Candidati del M5S nel mirino. E quelli del Pd e di Fi?

Gran titolo sul Messaggero: “Tra impresentabili, ricorsi e dimissioni è caos M5S”, “L’incubo impresentabili ritorna”. Invece, se Minniti, Del Rio, la minoranza interna di Orlando ed Emiliano, le federazioni locali si ribellano ai paracadutati, alle epurazioni e alle liste indecenti di Renzi, nessun “impresentabile”, nessuna “rivolta”, nessun “caos”: al massimo “malumori”, ma parlando con pardon e chiedendo scusa alle signore (Corriere: “I malumori di Delrio e Minniti per le ‘garanzie’ del segretario su collegi e posti nelle liste). E sia chiaro: l’unico impresentabile, peraltro mai indagato, del M5S. Il commento di Marco Travaglio su il Fatto Quotidiano.

Tutti, ma proprio tutti, addosso all'avversario

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E' nato il PdR e Prodi lo appoggia

Romano Prodi ha dichiarato che voterà Partito democratico, proprio quando il Pd, con la formazione delle liste per il Parlamento, è definitivamente diventato il Partito di Renzi, addirittura, pronto, è opinione diffusa, a fare un governo con Berlusconi, l’avversario storico di Romano Prodi. Potrebbe, in effetti, essere stata proprio la formazione delle liste a dare la spinta, certamente richiesta dai dirigenti del Pd, affinché Prodi si pronunciasse ufficialmente. Infatti, nelle liste sono collocati tre collaboratori di lungo corso di Prodi, fra i quali la sua loquacissima portavoce, che, altrimenti, difficilmente avrebbero trovato spazio nell’epurazione renziana. Il commento del prof. Gianfranco Pasquino sul Messaggero Veneto.

L'appoggio dei prodiani a Renzi? Un grande errore

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