L'Italia anarchica che piace agli stranieri

L’imitazione dei cattivi comportamenti, in qualche caso, sopravvive ai comportamenti stessi. Prendiamo le autostrade. Noi italiani, grazie al «tutor», siamo diventati più disciplinati (con vantaggi per l’incolumità e il sistema nervoso). Molti automobilisti stranieri non lo hanno capito, e continuano a guidare in maniera sconsiderata. L’arroganza di tante targhe svizzere lanciate a bomba verso sud nasconde un atteggiamento coloniale. Come altri stranieri, quei signori fanno cose che, a Zurigo o a Losanna, non si permetterebbero mai. Resta la seconda possibilità, per noi più consolante. Per molti l’Italia è il luogo delle eccezioni comportamentali, il laboratorio degli esperimenti sentimentali, la palestra delle intuizioni, delle sensazioni e delle tentazioni. Così Beppe Severgnini sul Corriere della Sera.

Le cattive abitudini degli italiani imitate dai turisti stranieri

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Spine nei fianchi del Matteo fiorentino

Matteo Renzi sembra assai determinato. Ha costretto il Senato elettivo ad abolire se stesso, ed è come convincere i pesci rossi a togliere il tappo dell’acquario: non facile. Perché non anticipa, come suggerito sul Corriere da Ferrera, Giavazzi e Alesina, la riforma sul lavoro? Introducendo un contratto a tutele crescenti dimostrerebbe al mondo che facciamo sul serio. Le preoccupazioni, nelle istituzioni internazionali e sui mercati, ci sono: è infantile nasconderselo. Mario Draghi ha chiesto «un segnale importante a settembre»? Bene: noi mandiamolo prima. Così Beppe Severgnini sul Corriere della Sera.

Prime e serie preoccuazione per il premier rottamatore

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Incomprensibile atteggiamento del M5S

O forse no. Sembra quasi un gioco delle parti, quello tra il M5S ed il Pd. Da impazzire per il comportamento della nostra classe politica. Si accusa il premier Renzi di comportamento antidemocratico. Non è che in altre  latitudini si scherzi. Si pensi a quel che succede in Forza Italia e, sopratutto, nel M5S. Quello di Grillo è un movimento in altalena: spinte eccessive e frenate improvvise spaventano gli attivisti (di qui le scomuniche e le espulsioni), confondono i simpatizzanti, esasperano gli avversari politici. Ma l’altalena, per quanto eccitante, resta un gioco infantile. Prima o poi bisogna scendere, e crescere. Così Beppe Severgnini sul Corriere della Sera.

.A che gioco gioca il M5S?

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