L'Ue a 28 Stati è stata un mostruoso errore

Da oggi la fine dell’Europa tout court non è più uno spauracchio, ma una prospettiva non irreale. La chiusura degli spazi comuni è la resa fisica dell’incapacità politica, è come se i sei Paesi che hanno chiesto la proroga della sospensione di Schengen avessero dichiarato la sfiducia nei confronti degli altri. E tra questi c’è la Germania sulla quale si stanno frantumando a uno a uno i passaggi politici degli ultimi sei mesi. Angela Merkel da padrona onnipotente dell’Unione è diventata a tappe forzate prima la salvatrice dell’onore d’Europa poi l’affossatrice delle possibilità minime di solidarietà tra Stati. E ora il destino della cancelliera sembra vacillare come quello del capo di un qualunque governo. Quello che è sicuro è che la sospensione di Schengen segna la fine di questa Europa, senza appello. Articolo di Cesare Martinetti su La Stampa.

Schengen, l'Ue non sa che pesci prendere

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Schengen sospeso da mezza Europa

  • Pubblicato in Esteri

La Germania con i suoi 80 milioni di abitanti e uno Stato strutturato ed efficiente non riesce nè a gestire i flussi, tanto che da oltre due mesi ha sospeso Schengen, né a metabolizzare senza contraccolpi interni quasi 1 milione di profughi, come potrebbe riuscirci la Grecia, 10 milioni di persone, uno Stato povero e disastrato, frontiere parcellizzate tra le mille isole e isolette dell’Egeo, di fronte alla repentina invasione di 700.000 disperati? La verità è che il muro eretto da Victor Orban in Ungheria ha fatto scandalo ma altrettanto rapidamente ha fatto scuola nell’area Schengen e dintorni. Reticolati e controlli alle frontiere ormai proliferano ovunque: in Austria, Croazia e Slovenia, in Francia, Macedonia, Svezia e Danimarca. L'editoriale di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

Immigrazione, anche la Merkel in difficoltà

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