L'Unione Europea appare sempre più fragile

Londra chiede la ristrutturazione dei suoi rapporti con l'Unione ma, facendolo, pretende di mettere a repentaglio l'integrità di alcune conquiste europee, come il mercato finanziario unico, l'unione bancaria, la libera circolazione dei cittadini-lavoratori, la sovranità decisionale dell'area euro rispetto a quella dei Paesi che hanno scelto di starne fuori. Non solo: le concessioni che alla fine otterrà varranno erga omnes, in breve potrebbero diventare il principio di una lunga catena di rivendicazioni nazionali sparse, come dire l'inizio del graduale smantellamento della costruzione europea. L''analisi di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

Non si riesce a porre fine alla crisi dell'Europa

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Unione europea a rischio dissoluzione

  • Pubblicato in Esteri

Il mondo in cui è sorto Schengen non esiste più. La domanda dovrebbe essere: come si fa a non gettare via il bambino insieme all’acqua sporca, a salvare il salvabile di Schengen, come andrebbe fatto per ragioni economiche ma anche simboliche (ristabilire le frontiere interne significherebbe la fine dell’integrazione europea) adattandolo però ai tempi? Le notizie in arrivo dall’incontro informale di Amsterdam fra i ministri dell’interno dell’Unione sono cattive. Per i pessimisti Schengen è già morto, per gli ottimisti è solo sull’orlo del baratro anche se occorre che qualcuno, in fretta, tiri fuori un coniglio dal cilindro. Se resterà solo la proroga a due anni delle sospensioni di Schengen decise dai Paesi nordici tutto sarà finito. L’Unione si dissolverà con un crescendo di accuse incrociate, insulti e rancori. L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

L'area Schengen non esiste più?

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