Il problema per la Meloni la convivenza con gli alleati

Giorgia, guardati dai tuoi compagni di strada!

Le sliding door di Giorgia Meloni sono intasate da presunti alleati interni ed esteri. I serpenti in seno sono Matteo Salvini e l'amico conservatore Mateusz Morawiechi. Diciamo che le serpi lei se l'è cercate e trovate. È lì il suo campo politico, è quello l'esercito irregolare con il quale l'underdog è andata al governo in Italia e spera di conquistare l'Europa. Al leghista «ciao core» non può dirlo, altrimenti perde il governo. Con il polacco un pensiero dovrà farlo prima o poi: diventerà sempre più ingombrante, imbarazzante. Mentre si illude di potere gestire il padano, nonostante le stia facendo vedere i sorci verdi con una serie di siluri di avvertimento. Mai con i socialisti, mai con gli amici del woke-pensiero, con chi vuole costringerci a passare alle auto elettriche e vivere in case green da qui a pochi anni, devastando le tasche degli italiani. Temi sui quali Meloni non solo è ipersensibile, ma d'accordo (...) Tanti serpenti a sonagli girano attorno alla sua poltrona, mentre Giorgia l'Africana porta il suo Piano Mattei alle Nazioni Unite (concentrate più che altro sul conflitto in Ucraina). Dal freddo piedistallo del Palazzo di vetro ha parlato di confini, identità nazionali, schiavismo, di un Continente pieno di materie energetiche e di giovani che fuggono da povertà e guerre. Sotto la statua di Cristoforo Colombo ha avvertito che l'Italia non può essere il campo profughi dell'Europa (...) il suo principale alleato alle europee,appunto Morawiechi, finora il maggiore sostenitore di Volodymyr Zelensky, mostra segni di grande nervosismo su un terreno che è la sua principale polizza assicurativa sullo scenario politico internazionale. Magari saranno i polacchi a diventare ingombranti nei futuri equilibri politici comunitari. E lei dovrà decidere se buttarli a mare. Cosa che invece non potrà fare con Salvini che sta impostando tutta la sua campagna con l'estrema destraIl commento di Amedeo La Mattina su Linkiesta.

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Sgambetto di Orban all'Unione Europea

  • Pubblicato in Esteri

Il premier ungherese Viktor Orban chiede che i nuovi fondi europei non siano legati a condizionalità severe sullo stato di diritto. Al Consiglio europeo di fine luglio, il premier ungherese, insieme al collega polacco Mateusz Morawiecki, aveva esultato per l’intesa raggiunta sul ‘Next generation Eu’, il pacchetto di aiuti per affrontare la crisi economica scatenata dal covid. Di fatto, è riuscito a ottenere condizionalità molto blande sullo stato di diritto. Ma ora deve vedersela con la maggioranza dei gruppi parlamentari dell’Eurocamera che chiede paletti più rigidi intorno all’erogazione di fondi europei per quei governi che non rispettano lo stato di diritto e che rappresentano ormai da tempo esempi di democrazia illiberale in Europa. Il commento di Angela Mauro su Huffington Post.

Orban si mette di traverso sul Recovery fund

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