Con le preferenze, premier più debole

I partiti con vocazione governativa, i partiti che hanno ottime probabilità di andare al governo, dovrebbero tenersi alla larga dal reintrodurre le preferenze. Quanto tempo dopo le elezioni comincerebbero a fioccare gli avvisi di garanzia per i politici entrati in Parlamento con un bel gruzzolo di preferenze? I leader nazionali, certamente, prenderanno tante preferenze «spontanee» e nessuno li accuserà di voto di scambio. Così come accadrà a qualche esponente di movimenti di protesta. Ma che dire delle seconde, terze e quarte file dei partiti di governo, di quei tanti signor Nessuno che risulteranno molto bravi nell’organizzazione del consenso? Così Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. 

A volte le preferenze ritornano...

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Riforme, tutto cambia perché niente cambi

La tesi è corretta. Ma il tema è più ampio. Anche se la riforma del Senato si ispira al Bundesrat , la Camera alta tedesca (che in quel sistema federale rappresenta gli Stati, i Länder), resta che la Regione italiana non è affatto un Land e che, per giunta, le classi politiche e amministrative regionali non brillano, mediamente, per qualità. Conviene mettere nelle loro mani il nuovo Senato? Ciò non compenserebbe, annullandolo, il vantaggio derivante dalla riforma del Titolo V, dal recupero del controllo statale su materie oggi di competenza regionale? Così Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. 

Storia di una democrazia paralizzata

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E' bene abolire il Senato degli eletti? I dubbi

ll modello a cui si è ispirato il premier Matteo Renzi è il Bundesrat, il consiglio federale tedesco. Come nel Bundesrat è prevista l’elezione indiretta. Cambiano le competenze delle due Camere. Il numero dei senatori è sceso da 150 a 100. E' prevista l'immunità parlamentare. Probabilmente, a seguito dell'incontro con la delegazione del M5S, qualche aspetto importante della legge cambierà. Altrimenti a che serve discuterne? Angelo Panebianco sul Corriere della Sera avanza qualche riserva sul testo del governo, pur ritenendo che la novità sia assai interessante. D'altronde la modifica del bicameralismo perfetto era invocata da molti anni. Solamente Renzi sembra riuscire nell'intento. Auguri, Matteo!

Tutti d'accordo per la fine del bicameralismo perfetto

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