Sgambetto di Orban all'Unione Europea

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Il premier ungherese Viktor Orban chiede che i nuovi fondi europei non siano legati a condizionalità severe sullo stato di diritto. Al Consiglio europeo di fine luglio, il premier ungherese, insieme al collega polacco Mateusz Morawiecki, aveva esultato per l’intesa raggiunta sul ‘Next generation Eu’, il pacchetto di aiuti per affrontare la crisi economica scatenata dal covid. Di fatto, è riuscito a ottenere condizionalità molto blande sullo stato di diritto. Ma ora deve vedersela con la maggioranza dei gruppi parlamentari dell’Eurocamera che chiede paletti più rigidi intorno all’erogazione di fondi europei per quei governi che non rispettano lo stato di diritto e che rappresentano ormai da tempo esempi di democrazia illiberale in Europa. Il commento di Angela Mauro su Huffington Post.

Orban si mette di traverso sul Recovery fund

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Von Der Leyen a Xi, i diritti non sono negoziabili

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A sei anni dall’inizio ufficiale dei negoziati con Pechino, sembrerebbe che nemmeno quest’anno l’Ue riesca a firmare l’intesa sugli investimenti con la Cina. Finisce male il 22esimo summit Ue-Cina condotto oggi in videoconferenza dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. I colloqui con il premier Li Keqiang e lo scambio anche con il presidente Xi Jinping servono solo a certificare le distanze sui diritti umani, sulla scelta delle autorità cinesi di imporre la legge di sicurezza nazionale a Hong Kong, nonché sugli aiuti di Stato alle aziende cinesi che creano una concorrenza sleale nei confronti delle aziende europee in Cina ed Europa. Paradossalmente, l’unico tema sul quale da Bruxelles esprimono qualche debole speranza è la lotta ai cambiamenti climatici. Ma solo perché, dall’altra parte del globo, Donald Trump ha già deciso, da tempo, di ritirare gli Usa dagli accordi di Parigi. Pechino no, anche se non fa niente contro l’inquinamento che in Cina uccide 4mila persone al giorno. Il commento di Angela Mauro su Huffington Post.

L'Ue sceglie di riavvicinarsi agli Usa, aspettando Biden...

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Cara Italia, la recessione sarà molto profonda

Le previsioni di primavera di questo sfortunato 2020 sono la fotografia della spaccatura tra nord e sud Europa. L’Italia è tra i più colpiti come gli altri paesi del sud, gli alleati nella battaglia contro Olanda e nordici sulle misure comunitarie anticrisi. Si prenda la Francia, per esempio. Il suo debito pubblico sfonda quota 100: 116,5 per cento del pil (partiva da 98%). Il Portogallo, paese che è appena uscito dalle ‘cure’ della troika: 131,6 per cento. Spagna: 115,6 per cento. I commento di Angela Mauro su Huffington Post.

Sarà anche fase 2, ma i problemi dell'Italia anzichè diminuire crescono

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