Declino industriale, cortocircuito tra politica e impresa

Declino industriale, cortocircuito tra politica e impresa

L'attacco, inutile e fastidioso, di Meloni alla ex Fiat che non aiuta il Paese

È tutto discutibile, ma anche tutto davvero poco utile allo sviluppo del sistema-Paese. Sfugge infatti la questione centrale, che non si può risolvere in poche battute: l’Italia sta perdendo, una alla volta, le sue grandi imprese private. Fiat era ed è ancora oggi la più grande. Fca Italy, poi ribattezzata Stellantis Europe, è al quinto posto nella classifica dei fatturati 2022 secondo l’ultima edizione di “Le Principali società italiane”, un’indagine che Mediobanca porta avanti dal 1966. Davanti ha solo imprese che hanno lo Stato come azionista di riferimento (Eni, Enel, il Gestore dei mercati elettrici) e poi il gruppo dell’energia a controllo francese Edison, che aveva beneficiato quell’anno della corsa delle bollette. L’ex Fiat resta la maggiore impresa industriale privata d’Italia, anche se oggi è la divisione italiana di un gruppo multinazionale che ha la testa tra Parigi e Detroit e il suo contributo allo sviluppo del Paese si è molto ridimensionato. Eppure, non riesce ad avere una relazione normale con il governo. Il commento di Pietro Saccò su Avvenire.

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