Bail in, vicenda non chiusa

Con la nuova procedura di bail-in che si profila all’orizzonte, cercare scappatoie, colpevoli o sperare in marce indietro dell’Europa non appare sensato. Meglio dare subito risposta ai legittimi timori dei risparmiatori. Oggi, e non solo in Italia, si sente l’esigenza di authority più forti e con ruoli ben distinti sulla base degli obiettivi da raggiungere, non sulla sola tipologia dei soggetti vigilati. Servono leggi più severe sugli abusi bancari, con sanzioni come quelle americane o inglesi che prevedono pesantissime revocatorie sugli stipendi e sui bonus dei banchieri disonesti. Ma soprattutto, serve una giustizia veloce ed efficiente per garantire al cittadino, all’impresa e al risparmiatore non solo la certezza del diritto ma anche quella della pena. Se poi Bruxelles sarà in grado di dotarsi di una governance più equilibrata, di una vera leadership capace di garantire regole e diritti uguali per tutti e per ogni Paese, sarà più facile riportare la fiducia sulle banche, sulle istituzioni e sul futuro stesso dell’Eurozona. L'editoriale di Alessandro Plateroti su Il Sole 24 Ore.

Ue, è sempre la Merkel a dettare le regole di comportamento

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Merkel batte Renzi 3 a 0

La Germania, che ha usato il doppio dei denari pubblici della Spagna per salvare le proprie banche, rivendica che comunque si trattava di soldi suoi: come a dire, le magagne del nostro sistema bancario ce le paghiamo da soli. Quando fa comodo alle banche tedesche, come per districarsi dal pantano della Grecia, gli aiuti europei sono benvenuti. Ma non venite a chiederci un'azione europea per i depositanti altrui. L'editoriale di Alessandro Merli su Il Sole 24 Ore.

Renzi sotto scacco di Merkel e Schäuble

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Confusione nel cielo della politica italiana ed europea

Noi vogliamo fare una politica neo-keynesiana, governare col deficit. Il ministro tedesco dell'Economia, Schaeuble non vuole, Merkel non vuole, Juncker non vuole. Neppure Draghi vuole, anche se sta comprando titoli e obbligazioni private in Europa e quindi in Italia a tutto spiano. Il prezzo del petrolio scende e per noi è un buon risparmio. Il tasso di cambio incoraggia le nostre esportazioni verso l'area del dollaro e questa è crescita. Il tasso di interesse scende e questa è una buona carta che crea un avanzo nei prezzi di collocamento dei vari buoni del Tesoro. Questo lo fa Draghi, non Renzi, L'editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica.

Renzi e la prova di forza contro Merkel e Juncher

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