Gli altruisti

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Se la solidarietà si quantifica coi quattrini da mettere a bilancio, ce n'è, e parecchia. Io non li so più nemmeno contare i miliardi impegnati a tenere insieme le economie europee, e piuttosto toccherà mobilitarli alla svelta e spenderli come si deve. Quello che mancava è qualcosa di ancora più solido, cioè un'intelligenza, uno spirito, un soffio vitale e rifondativo, qualcosa che contenesse il senso del tragico e il senso del grandioso, qualcuno capace di dare a sé la dimensione del leader che guarda in faccia il presente e il futuro della moltitudine. Ci mancava qualcuno che andasse oltre la schermaglia della trattativa, i famosi compromessi al ribasso, in attesa che siano inventati i compromessi al rialzo, il puro rendimento e lo zerovirgola, cioè qualcuno che restituisse il senso di tutto quello che sta succedendo, che siamo, che vorremmo essere, e dunque dicesse che le cose qui vanno bene se vanno bene in tutta Europa, che dicesse dobbiamo farcene carico anche noi, e l'Europa non è Europa se non ci si difende a vicenda nei periodi di indebitamento, di crisi, di disgrazia, che dicesse questo non è un discorso della domenica ma è molto di più: noi siamo una comunità di destino. In definitiva, qualcuno che si incaricasse di salire al punto più alto della questione per individuare nel virus il pericolo mortale della democrazia europea e occidentale. Quel qualcuno è stata Angela Merkel, ieri mattina al Bundestag, davanti ai rappresentanti di quel popolo che noi chiamiamo gli egoisti del Nord, e dal quale pretendiamo i denari con le vene gonfie al collo. Noi, gli altruisti.

Mattia Feltri – La Stampa – 24 aprile 2020

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L'immunità del gregge

Tempo fa, siccome mi serviva per un articolo, ho cercato su Google il prezzo di un modello di Rolex. Per sei mesi, non appena aprivo Internet, mi sono arrivate irrinunciabili offerte di Rolex. Volevo scrivere grazie, siete di molto gentili, però io non ho bisogno di un Rolex. Ma non sapevo a chi scrivere, finché quel qualcuno o qualcosa che aveva intercettato il mio interessamento ai Rolex non si è arreso. Adesso cercano di vendermi dischi di Glenn Gould, appartamenti a Manhattan, scarpe chiodate (forse inavvertitamente ho cliccato su una pubblicità di scarpe chiodate). Questo è quanto sanno di me, e me lo dicono, e chissà quanto altro sanno senza dirmelo. Ora siamo comprensibilmente perplessi per Immuni, la app da scaricare solo se si vuole (ma non è così vero, perché chi non vuole non potrà spostarsi liberamente) di modo che il governo tracci la nostra storia clinica e i nostri movimenti, e amministri la fase due scongiurando una ripresa dell'epidemia. Probabilmente ci fa paura che sia un'incombenza di Stato, ma ho il sospetto che se la app fosse stata lanciata da Facebook o da Apple come l'ultimo ritrovato della modernità per proteggere sé e gli altri, l'avremmo fatta nostra con lo spirito di chi vive col Sole in fronte. Sarebbe bello se si avviasse una discussione all'altezza dell'enormità della faccenda, e cioè su quanto siamo disposti a cedere della nostra segretezza, e dunque della nostra libertà, in cambio di una vita sicura e comoda, ma non si vuole sembrare spericolatamente ottimisti. Quando proporranno la app che segnala i debitori o i pregiudicati o i tossicodipendenti, sarà un passo in più del gregge verso l'ovile.

Mattia Feltri – La Stampa – 21 aprile 2020

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La slavina

Mai farsi mancar qualcosa. Alla smisurata sciagura di oltre ventimila morti, e a quella prossima del disastro economico, ci siamo allegati la grande inchiesta giudiziaria impegnata a stabilire di chi sia la colpa. In Italia se ne saranno aperte una ventina in altrettante procure, e la principale, suggestiva per i rimandi all'alba di Mani pulite, è concentrata sul Pio Albergo Trivulzio. Il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, ha accusato la dirigenza di avere disatteso le disposizioni ministeriali ospitando infetti. L'avvocato Vinicio Nardo precisa che al Pat si sono ospitati solo malati no-Covid per sgravare gli ospedali intasati, e in strutture separate. Conosco poco Zampa e conosco bene Nardo, preparato e serio. Ma non è il punto. Se i due minuti di complottismo di cui io sono vittima hanno una consistenza, e attraverso la magistratura si intendono regolare i conti con la Regione Lombardia, coi suoi livelli di autonomia, con la sua sanità (eccellente fino a ieri, tremendamente impreparata al flagello), allora tanti auguri. Finirà come nel '92-'94: le slavine non si fermano. In teoria si parte dall'ultimo degli infermieri e, attraverso medici, primari, manager, sindaci, assessori, agenzie di tutela, si arriva ovunque, a segretari di partito che esortavano alla riapertura, ai ministeri ondivaghi, alla presidenza del Consiglio, volendo tracciare l'autostrada del ridicolo, fino all'Oms e a Xi Jinping. La storia non insegna nulla, lo sappiamo. Ma chi, per colpa o per calcolo, nel pieno di una così colossale tragedia ha lo stomaco per additare gli untori e incitare ai patiboli, merita il destino che si apparecchia.

Mai farsi mancar qualcosa. Alla smisurata sciagura di oltre ventimila morti, e a quella prossima del disastro economico, ci siamo allegati la grande inchiesta giudiziaria impegnata a stabilire di chi sia la colpa. In Italia se ne saranno aperte una ventina in altrettante procure, e la principale, suggestiva per i rimandi all'alba di Mani pulite, è concentrata sul Pio Albergo Trivulzio. Il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, ha accusato la dirigenza di avere disatteso le disposizioni ministeriali ospitando infetti. L'avvocato Vinicio Nardo precisa che al Pat si sono ospitati solo malati no-Covid per sgravare gli ospedali intasati, e in strutture separate. Conosco poco Zampa e conosco bene Nardo, preparato e serio. Ma non è il punto. Se i due minuti di complottismo di cui io sono vittima hanno una consistenza, e attraverso la magistratura si intendono regolare i conti con la Regione Lombardia, coi suoi livelli di autonomia, con la sua sanità (eccellente fino a ieri, tremendamente impreparata al flagello), allora tanti auguri. Finirà come nel '92-'94: le slavine non si fermano. In teoria si parte dall'ultimo degli infermieri e, attraverso medici, primari, manager, sindaci, assessori, agenzie di tutela, si arriva ovunque, a segretari di partito che esortavano alla riapertura, ai ministeri ondivaghi, alla presidenza del Consiglio, volendo tracciare l'autostrada del ridicolo, fino all'Oms e a Xi Jinping. La storia non insegna nulla, lo sappiamo. Ma chi, per colpa o per calcolo, nel pieno di una così colossale tragedia ha lo stomaco per additare gli untori e incitare ai patiboli, merita il destino che si apparecchia.

Mattia Feltri – La Stampa – 17 aprile 2020

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