Derivati di Stato, si piange per i 160 mld di euro sulle costole

I contratti derivati del nostro ministero dell’Economia raggiungono l'iperbolica cifra di 160 miliardi di valore nozionale (cioè il valore di riferimento dei contratti) e non ne conosciamo il valore attuale (il cosiddetto mark-to-market). Sappiamo che 100 miliardi sono swap su tassi (contratti per il cambiamento dei flussi da fisso a variabile o viceversa), 35 swap su valute (scambio di flussi di pagamento in valute diverse) e il resto contratti di tipo più strutturato ed esotico. Sappiamo da un’analisi comparsa sulla stampa per un campione di contratti rinegoziati che il loro valore attuale era negativo per il ministero per circa il 25 per cento del valore nozionale. Erano 8 miliardi di passivo su 31,5 di nozionale: in pratica significa che se i contratti venissero chiusi oggi, il ministero dovrebbe pagare 8 miliardi per compensare la differenza di valore attuale tra i flussi futuri da ricevere e quelli da pagare. La percentuale di passivo sul nozionale è alta e probabilmente legata a un campione particolare, e il fatto che siano stati rinegoziati non autorizza a ritenere che questa percentuale possa essere uno stimatore corretto del valore del passivo complessivo. Così il prof. Umberto Cherubini sul sito www.lavoce.info.

Derivati, salasso miliardario imprevisto per Matteo

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Il flop di Renzi incomincia a delinerasi

La politica economica di Renzi non è volta a difendere e incentivare la piccola e media impresa italiana, ma è favorevole soprattutto alle multinazionali, smaniose di trasformare ancor di più l’Italia in una riserva di talenti e di professionisti a buon mercato. Non è un caso che Renzi prediliga le sedi delle multinazionali nelle sue uscite pubbliche, prodigandosi in elogi nei loro confronti. Ed è significativo l’atteggiamento elusivo del suo governo sui licenziamenti alla Thyssen Krupp. Premuroso con i grandi gruppi, retorico e inconcludente con le piccole e medie imprese italiane. Questo è l’uomo… Queste ed altre le considerazioni di Marcello Foa su il Giornale.

Renzi come Monti e Letta, anzi peggio!

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"Caro Matteo, tra il dire e il fare c'è di mezzo ... il mare!"

Il premier  convinto di essere nel giusto quando propone la sua soluzione alla crisi economica che, da sette anni e più sconvolge il Bel aese. Purtroppo quel che lui pensa e poi dice corrisponde assai poco alla realtà che il nostro Paese sta vivendo e che la politica del governo non è ancora riuscita a modificare. Renzi fa annunci ai quali finora non sono seguiti fatti. Il solo intervento concreto è stato il bonus degli 80 euro, dieci miliardi purtroppo buttati al vento che graveranno sul bilancio dello Stato fino al 2016 e forse oltre. Avrebbe dovuto utilizzarli per creare nuova domanda e nuova offerta di investimenti. Per il resto nulla abbiamo visto finora. Ora il confronto si sposta in Europa. Molti auguri, caro Matteo, a te e a tutti noi, sperando di non uscirne con le ossa rotte ma anzi con un netto miglioramento delle nostre condizioni. Così Eugenio Scalfari su la Repubblica.

Renzi é con i diseredati. A parole... non con i fatti!

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