Russia, giochi politici e provvedimenti finanziari

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Anche la Russia di Putin ha i suoi problemi, non solo l'Europa!

Secondo quanto riporta il New York Times, sembra che il Cremlino stia lavorando ad una nuova tassa da imporre sui grandi capitali, la prima da più di dieci anni. Una scelta che denota il bisogno di risorse economiche per finanziare la costosa guerra intrapresa nel febbraio del 2022 (già ad oggi, un terzo del bilancio russo del 2024 è destinato alle spese per la Difesa), e che suggerisce come la leadership russa si stia preparando per un impegno continuativo, magari guardando anche oltre il conflitto in Ucraina. Ma da questo provvedimento emerge anche la relativa acquiescenza della grande imprenditoria russa nei confronti del potere politico. Secondo Richard Connolly, esperto di economia russa presso la società di analisi strategica Oxford Analytica, dietro la scelta di Putin ci sono due motivi principali. Il primo è quello di introdurre questa nuova tassa in una congiuntura economica relativamente positiva per i soggetti interessati, che così avranno minori difficoltà ad adeguarsi ad essa; il secondo è invece l'intenzione di toccare solamente le fasce più agiate della popolazione, così da non instigare il malcontento nelle classi sociali più basse, che già contribuiscono allo sforzo bellico fornendo forza lavoro da mandare al fronte. Lorenzo Piccioli su Formiche.

 

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Le ragioni per cui la flotta ombra di Mosca è un problema

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La Russia ha aggirato le sanzioni imposta da Ue e Usa

Una flotta parallela, composta da circa 1.400 imbarcazioni la cui proprietà non è ben chiara, che opera nel tentativo di aggirare le sanzioni imposte alla Federazione Russa dal resto del mondo. La shadow fleet di Mosca è uno degli strumenti più importanti impiegati dal Cremlino per sostenere la sua “economia di guerra”: grazie ad essa, Mosca continua a vendere il proprio combustibile fossile ai compratori disposti ad acquistarlo, ignorando sia l’embargo che il price cap promossi dal blocco occidentale (...) Nelle ultime settimane, le attività della flotta hanno registrato un incremento nell'area appena fuori dall'isola svedese di Gotland, sul Mar Baltico. Attirando l'attenzione della Nato, per la sensibilità strategica che ricopre il settore (l'isola di Gotland è, dopo l'integrazione della Svezia, uno die punti focali della postura militare Nato nel bacino del Baltico) ma anche dei gruppi ambientalisti come Greenpeace. La minaccia rappresentata dalla flotta ombra di Mosca è infatti anche di carattere ambientale: le attività di trasbordo illegali del petrolio, non regolamentate e assolutamente irrispettose degli standard, rischiano di causare un eco-disastro. A questo si aggiungono i rischi, tanto economici quanto ambientali, legati a possibili speronamenti da parte delle navi fantasma di Mosca. Elisabeth Braw, in un intervento su Foreign Policy, ha sottolineato come simili incidenti siano già stati registrati in prossimità di Danimarca e Svezia, fortunatamente senza conseguenze di carattere ecologico, probabilmente poiché i serbatoi di questi vascelli erano già stati svuotati. Ma il rischio di incidenti futuri rimane alto. Il commento di Lorenzo Piccioli si Formiche.

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L'esercito privato di Gazprom entra in guerra

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Non solo le brigate Wagner, Gazprom segue a ruotasu Formiche.

I pesanti costi umani che la Russia sta sostenendo richiedono un afflusso costante di nuovi soldati lungo tutta la linea del fronte. Il ricorso alla mobilitazione si è rivelato solo parzialmente in grado di soddisfare queste necessità, oltre ad essere estremamente deleterio per il mantenimento del sostegno della popolazione verso il conflitto e l’establishment governativo. Ricorrendo ai contractors, Mosca riesce a schierare in Ucraina uomini che hanno scelto volontariamente di andare a combattere, seppur dietro una serie di benefici importanti. Il commento di sul sito Formiche

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