La battaglia di Aseyev per far conoscere i crimini russi

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L'operazione militare speciale di Putin continua

L’arrivo degli aiuti americani con un ritardo di sei mesi potrebbe finalmente cambiare la situazione al fronte della resistenza ucraina contro l’orda russa, ma mentre li impacchettano per spedirli, vari esperti militari avvertono sulla finestra che sarà sfruttata dai russi per avanzare. Nelle ultime settimane, i bombardamenti delle città meno protette come Kharkiv, Odesa e Lviv si sono intensificati, l’esercito russo lancia continui attacchi sul fronte dell’Ucraina orientale, nei pressi di Donetsk, per provare a sfondare la linea. A fortificare la resistenza ucraina sul fronte di Donetsk, sono stati mandati altri militari ucraini. Dal fronte ci giungono le testimonianze dei soldati con i profili più conosciuti. Il commento di Yaryna Grusha su Linkiesta.

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Il volto molto umano della resistenza ucraina

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La resistenza dell’Ucraina all’aggressione russa è stata una sorpresa per molti

Per i primi due mesi dopo l’invasione, gli ucraini hanno raccolto tutte le loro risorse per sopravvivere e resistere. Questi mesi sono stati decisivi sia per la sopravvivenza dell’Ucraina come Stato sovrano sia per la percezione che il popolo ha di se stesso. Come sostengono Poberezhna, Burlyuk e van Heelsum, durante i primi tre mesi di guerra, la società ucraina ha prodotto gran quantità di miti politici, su un esercito di supereroi, su un popolo ucraino coraggioso, su una terra sacra e incantata. Come sostengono gli studiosi, questi miti politici hanno senza dubbio contribuito a rafforzare la sicurezza ontologica degli ucraini: tutto questo ha dato origine a nuove percezioni di sé, e queste, a loro volta, hanno rafforzato e perpetuato le azioni di resistenza. Credendo nel proprio coraggio e in una lotta giusta, la società ucraina ha dimostrato ancora più coraggio e diligenza. Il commento di su Linkiesta.

 

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Il Donbas è sempre stato dell'Ucraina

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La guerra scatenata da Putin, cosa lo zar vuole farci credere

I vertici del Partito comunista hanno cercato in tutti i modi di cancellare qualsiasi storia del Donbas che non fosse quella sovietica. Per questo è stata taciuta la storia di un’epoca più antica di queste terre, che costituivano una parte dello Stato cosacco. Per contrastarla è stato inventato un mito del Donbas come terra di minatori e metallurgici che faticavano duro in nome dell’Unione dei Paesi Socialisti Sovietici (...) Nelle scuole occupate sono arrivati i professori da Rostov e da San Pietroburgo. Bruciano i libri, cambiano i docenti, riscrivono i testi, cancellano la memoria usando i soliti vecchi metodi sovietici. Il commento di Kateryna Zarembo su Linkiesta.

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