Putin conferma gli obiettivi imperialisti sull’Ucraina

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Putin vuole mangiarsi l'Ucraina e minacccia l'Occidente

Nella conferenza stampa di fine anno del presidente russo, un appuntamento famoso per la durata esagerata e il significato propagandistico, Putin ha ribadito che gli obiettivi della «operazione militare speciale» non sono cambiati, e che la pace con Kyjiv arriverà solo quando saranno stati raggiunti. Per assicurarsi di non essere frainteso, Putin li ha ripetuti. «Nelle operazioni dell’anno scorso la Russia ha formulato tre obiettivi: de-nazificare, de-militarizzare e neutralizzare l’Ucraina; quindi rovesciare il governo di Volodymyr Zelensky, smantellare le forze armate ucraine, e impedire a Kyjiv di entrare a fa parte della Nato», e poi ha aggiunto. «Se non vogliono fare accordi su questo, saremo costretti a prendere altre misure, come quelle militari: o ci mettiamo d’accordo, o la risolveremo con la forza» (...) Nelle scuole sono stati ripristinati i corsi di addestramento militare di base, mentre un nuovo libro di storia giustifica l'invasione dell'Ucraina, lamenta il crollo dell'Unione Sovietica, e accusa l'Occidente di cercare di destabilizzare la Russia, anche ai minori di quattordici anni va insegnato come riconoscere l'influenza occidentale, un compito che però non spetta solo allo Stato, ma anche alle famiglie. Secondo alcuni Il commento di Federico Bosco su Linkiesta.

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La vittoria ucraina passa dalle forze aeree dalla guerra elettronica

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Guerra russo-ucraina, non è detto che Kiev venga sconfitto sul campo

La controffensiva intrapresa dall’Ucraina cinque mesi fa non ha prodotto i risultati sperati. Il conflitto è bloccato in uno stallo che ricorda i combattimenti di trincea della Prima Guerra Mondiale. «La guerra si sta muovendo ora verso una nuova fase: quella che noi militari chiamiamo guerra “di posizione” di combattimento statico e di logoramento, come nella prima guerra mondiale, in contrasto con la guerra “di manovra” di movimento e velocità», ha scritto in un articolo pubblicato sull'Economist il comandante in capo delle forze armate dell'Ucraina, il generale Valery Zaluzhny – poi protagonista anche di un'intervista sullo stesso magazine. Il commento di Federico Bosco.

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Invasione della Georgia e la complicità dell’Occidente

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Putin, la Georgia, la Crimea, adesso l'Ucraina. E domani?

Sono passati quindici anni da quando la Russia ha invaso la Georgia, una guerra che ha lasciato sul terreno argomenti che permangono tutt’ora e lanciato segnali che all’epoca furono ignorati. Dopo mesi di tensione alimentate da Mosca nell’agosto del 2008 un scontro tra le truppe di Tbilisi e le forze separatiste appoggiate dal Cremlino nel territorio georgiano nell’Ossezia del Sud diedero inizio all’invasione russa, che si estese rapidamente anche all’Abkhazia. La guerra durò cinque violentissimi giorni in cui morirono più di duecento soldati e trecento civili, costringendo migliaia di georgiani a lasciare le zone in cui vivevano (...) Ancora oggi il venti per cento della Georgia rimane occupato da soldati russi e forze filorusse, e nonostante il miglioramento delle relazioni russo-georgiane il Cremlino continua a usare la sua presenza militare per destabilizzare il Paese. Il commento di su Linkiesta.

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