Dramma disoccupazione, ma all'estero...
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Germania, da grande malato dell'Europa a Stato più efficiente (solo l'Austria sta facendo meglio) in termini di prospettive occupazionali. Non è un caso che, nonostante i numeri incoraggianti del mercato del lavoro, oggi 13 milioni di tedeschi (uno su sei o il 16,1%) vivano al limite della soglia di povertà (povertà relativa). A dirlo è l’istituto nazionale di statistica. A rischio sono soprattutto le donne, i single e le madri sole, il 69,3% dei disoccupati e l’8,6% dei lavoratori: 3,4 milioni di cittadini che hanno un’occupazione ma fanno fatica ad arrivare a fine mese. Così Mauro Meggiolaro su Il Fatto Quoridiano.
La disoccupazione aumenta. I disoccupati erano 3 milioni e 124 mila nell’ottobre del 2013, sono saliti a 3 milioni e 410 mila nell’ottobre del 2014. L’aumento è di ben 286 mila unità, di cui 130 mila nei 4 mesi del governo Letta, e 156 mila negli 8 mesi del governo Renzi. La spiegazione secondo cui l’aumento sarebbe dovuto a una maggiore fiducia, che farebbe diminuire il numero di lavoratori scoraggiati, riprende una vecchia teoria degli Anni 60 ma è incompatibile con i meccanismi attuali del mercato del lavoro italiano, che mostrano con molta nitidezza precisamente quel che suggerisce il senso comune: gli aumenti di disoccupazione dipendono dal peggioramento, e non dal miglioramento, delle condizioni del mercato del lavoro. Così Luca Ricolfi su La Stampa.