Molteplici le cause della burrasca finanziaria di inizi d'anno

Le ragioni della grande volatilità dei mercati finanziari sono molteplici: oltre al rallentamento tendenziale ed inevitabile dell’economia cinese, c’è anche l’aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti con le aspettative di una stretta ulteriore della politica monetaria di quel Paese. Dal mese di agosto i flussi di capitale in uscita dalla Cina hanno determinato una svalutazione sul mercato internazionale (offshore, quello non regolato), di quasi l’8 per cento. Il mercato interno (onshore, regolato dalle autorità) ha solo seguito questa dinamica. Tuttavia la svalutazione di questi giorni ha creato panico. In realtà, l’aggiustamento era inevitabile. L'editoriale di Lucrezia Reichlin sul Corriere della Sera.

La Cina non è la responsabile dell'instabilità dei mercati

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Risparmiatori angosciati per il crollo delle borse

La crisi della Cina e i suoi riflessi finanziari non hanno vie d’uscita facili. Lo sanno gli analisti e lo sanno i mercati: anche nelle prossime sedute, se non interverranno di nuovo le autorità di Pechino (ma forse anche se interverranno), gli indici delle Borse di Shanghai e di Shenzen e gli altri indicatori finanziari, a partire dal cambio, potrebbero subire nuovi scossoni. Secondo Barclays, le mosse decise dal Governo cinese hanno avuto un successo parziale nel contenere il tracollo dei listini azionari. L'articolo di Nicola Borzi su Il Sole 24 Ore.

Scossoni di borsa, che fare?

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Armi italiane per i conflitti che affliggono il mondo

  • Pubblicato in Esteri

Usa, Cina, Russia e parte d'Europa gli esportatori principaliPer fare la guerra servono grandi quantità di armi e di munizioni. I dati elaborati dal Sipri dicono che tra il 2010 e il 2014 l'89% del mercato mondiale è dominato da Stati Uniti (31%), Russia (27%), Cina (5%), Germania (5%), Francia (5%), Gran Bretagna (4%), Spagna (3%), Italia (3%), Ucraina (3%) e Israele (2%): questi i 10 paesi che detengono la quasi totalità del mercato mondiale.Un articolo di Marta Rizzo su la Repubblica.

Fine delle guerre se l'Occidente non vende più armi

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