Sbarco in Normandia. Perché è importante ricordarlo

Sbarco in Normandia. Perché è importante ricordarlo

Oggi dobbiamo ricordare lo sbarco in Normandia

Se questa mattina fossi sbarcato sulla spiaggia di Vierville-sur-Mer, oppure a Port-en-Bessin, a quest’ora sarei probabilmente morto o ferito. Il D-Day, cioè il giorno che vide sbarcare in Normandia 123mila militari Alleati, in gran parte americani, britannici e canadesi, costò loro diecimila perdite, di cui quattromila morti, che salirono a 156mila per l’intera campagna. Quel 6 giugno 1944 i 50mila difensori tedeschi ne subirono quasi altrettante, ma con il vantaggio di potersi ritirare. Alle spalle degli Alleati c’era solo la Manica, le cui acque avevano due anni prima avevano inghiottito gran parte dei canadesi sbarcati a Dieppe (...) Chi sbarcò quella mattina non poteva saperlo, così come non poteva capirlo il tedesco che cercava di fermarlo, ma nel giro di undici mesi la Germania nazista sarebbe crollata, sconfitta per sempre. Su quelle spiagge stava nascendo il nuovo mondo nel quale saremmo cresciuti. Aveva ben ragione Cornelius Ryan quando nel 1959 chiamò la sua cronaca dello sbarco Il giorno più lungo. Quale giorno è mai durato ottant'anni?

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