I timori cinesi per le manovre di Russia e Corea del Nord

I timori cinesi per le manovre di Russia e Corea del Nord

La Cina non è entusiasta degli accordi tra Russia e Corea del Nord

Ventuno gennaio 2024. La Kcna, l’agenzia di stampa nordcoreana, annuncia la prossima visita di Putin a Pyongyang. Dopo aver ricevuto Kim Jong-un nell’Estremo Oriente Russo lo scorso settembre, il leader del Cremlino si appresta dunque a tornare nella capitale nordcoreana ventiquattro anni dopo l’ultima volta. Un viaggio che arriva dopo che pare ormai acclarata la fornitura di armi e missili da parte di Pyongyang all’esercito russo, per sostenerne la guerra in Ucraina. Dall’altra parte, Mosca avrebbe fornito consulenza e trasferimento tecnologico utile al regime di Kim per riuscire a mettere in orbita il suo primo satellite spia, nel terzo tentativo di fine novembre dopo i due precedenti falliti la scorsa estate. «La Cina dovrebbe stare all’erta per le potenziali mosse della Russia volte a creare problemi alle sue porte», ha detto stavolta in un forum pubblico Fang Ning, ex direttore dell’Istituto di Scienze Politiche dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, vale a dire uno dei principali think tank sostenuti dallo Stato cinese, cioè dal Partito (...) Pechino osserva con fastidio temendo di ritrovarsi nel suo vicinato ancora più mezzi statunitensi di quanto preventivato. Non sfuggano alcuni segnali sul triangolo Cina-Russia-Corea del Nord. Lo scorso luglio, al settantesimo anniversario dell'armistizio della guerra di Corea, Putin ha inviato a Pyongyang il ministro della Difesa Sergei Shoigu per la grande parata militare di Kim. Xi, invece, ha inviato "solo" Li Hongzhong, funzionario di medio livello del Politburo. E ancora, alle celebrazioni del settantacinquesimo anniversario della fondazione della Corea del Nord c'era il vice premier Liu Guozhong, presenza nettamente al ribasso rispetto a quella del settantesimo anniversario del 2018, quando Xi aveva inviato Li Zhanshu, allora presidente dell'Assemblea Nazionale del Popolo e numero tre della gerarchia del Partito comunista. Il commento di Lorenzo Lamperti su Linkiesta.

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