Il post Prigozhin. Più o meno instabilità per la Russia?

Il post Prigozhin. Più o meno instabilità per la Russia?

Dietro la morte del capo della Wagner uno scontro di potere

Aldilà delle dinamiche ancora avvolte nel mistero e nell’opacità informativa russa, il caso della morte di Prigozhin deve fare trarre alcune riflessioni. Tale episodio, simile a varie fasi storiche russe dove il potere centrale degli zar si scontrava con boiari desiderosi di posizioni sempre più influenti, disegna una nuova situazione plasmata dalla fine delle fazioni paramilitari e compagnie di contractors in Russia così come le abbiamo sinora conosciute; segna un momento di scontro massimo all’interno della sanguinaria saga di quel processo di riordino della galassia di poteri interni al mondo politico-militare russo innescata dall’evoluzione del conflitto in Ucraina e da ultimo marca plausibilmente la fine del momento insurrezionale della Wagner, sebbene su quest’ultimo punto torneremo in seguito. Un processo già in moto da qualche tempo – è del giugno scorso l’ordine di firmare entro il primo luglio un contratto con il ministero della Difesa per regolamentare tutte le formazioni volontarie, al tempo rifiutato da Prigozhin e accettato invece dai ceceni – accelerato da Putin proprio all’indomani dell’imprevedibile strappo attuato dai vertici Wagner con il tentato (fallito) golpe del 23 giugno. Il commento di Giorgio Cella, analista di politica internazionale e autore del libro Storia e .della crisi ucraina, sul sito Formiche

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