La firma di The Donald sui 70 milioni di assegni per aiutare gli americani

La firma di Donald Trump su 70 milioni di assegni per sostenere le famiglie in tempi di coronavirus che nelle prossime settimane arriveranno a 70 milioni di americani. Che il presidente stia gestendo l'emergenza Covid-19 con gli occhi fissi alle elezioni di novembre è noto da tempo: tre settimane fa, al varo dello stimolo fiscale da duemila miliardi di dollari, scrivemmo che alla Casa Bianca circolava l'idea di una pioggia di assegni firmati da un Trump benefattore. Ma il progetto era stato poi accantonato per motivi tecnici (per legge gli assegni che erogano soldi federali devono essere firmati da un funzionario del Tesoro proprio per evitare strumentalizzazioni politiche) e anche per l'assenza di precedenti: l'irs (Internal Revenue Service), l'agenzia del Tesoro che gestisce entrate fiscali e rimborsi, si è sempre opposta a interferenze esterne. Anche quelle della Casa Bianca, anche più limitate. Nel 2001 quando, col bilancio federale in attivo, George Bush restituì a ogni contribuente una cifra variabile tra i 300 e i 600 dollari, l'irs respinse la sua richiesta di inserire nella lettera d'accompagnamento una frase nella quale il governo rivendicava il merito di aver messo soldi nelle tasche dei cittadini. Ma Trump, si sa, non si rassegna facilmente. Lunedì sera, racconta il Washington Post, è stato trovato l'escamotage: l'assegno (1.200 dollari per gli individui che guadagnano meno di 75 mila dollari l'anno, 2.400 per le coppie con un reddito complessivo inferiore ai 150 mila dollari) sarà firmato da un funzionario, ma in basso a sinistra, nello spazio riservato alla causale, ci sarà anche la firma del presidente e la scritta «Economic Impact Payment». Polemiche inevitabili non solo per la cosa in sé, ma anche perché la decisione, formalizzata martedì mattina, secondo funzionari anonimi dell'irs (e anche secondo gli esperti) è destinata a ritardare l'emissione degli assegni (ne saranno inviati 5 milioni a settimana). Il Tesoro nega che ci voglia più tempo per ristampare tutto e afferma che i primi assegni verranno recapitati la prossima settimana.questi pagamenti andranno ai cittadini dei quali il governo non ha le coordinate bancarie. Gli altri, 80 milioni di contribuenti, riceveranno i soldi federali direttamente sul loro conto concorrente, senza firme. Nascono, intanto, due commissioni di grandi manager e imprenditori Usa per coordinare gli sforzi per la ripresa economica. Dentro tutti i big, da Cook di Apple a Zuckerberg di Facebook ai capi di banche e industrie. Tutti etichettati come consulenti della Casa Bianca. Alcuni, pare, nemmeno consultati prima.

Massimo Gaggi – Corriere della Sera – 16 aprile 2020

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