Senza pace la Turchia di Erdogan

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Gli scontri tra soldati turchi e Isis nel Nord della Siria hanno spinto il Califfato ad alzare il livello della sfida. Prende alle spalle gli avversari, cerca di causare vittime alle truppe (cosa avvenuta) come ai civili, squarcia la società. Inoltre i jihadisti potrebbero presentare le loro incursioni come una risposta al voltafaccia di Erdogan che ha scaricato una parte degli insorti segnando la sorte di Aleppo Est. Svolta resa possibile dal riavvicinamento diplomatico con Mosca, una linea che non piace certo agli islamisti. E questo apre anche uno scenario che vede protagonista Al Qaeda, magari attraverso militanti caucasici o asiatici. Guido Olimpio sul Corriere della Sera.

Erdogan, l'ambiguità ad Ankara

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Isis, Merkel e C. non sanno che pesci prendere

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Un'Europa sotto attacco dopo settanta anni di pace ininterrotta è costretta a cambiare tutti i suoi criteri di giudizio. Per esempio, non sarà più possibile fare previsioni economiche senza mettere in conto gli effetti psicologicamente devastanti dell'aggressione terrorista. C'è un problema per le classi politiche che devono affrontare l'emergenza. C'è un problema per gli intellettuali, molti dei quali ancora impantanati, quando si parla di Islam, nelle trappole del politicamente corretto. E c'è un problema per le Chiese cristiane, quella cattolica in primis. L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Bloccare la propaganda violenta, questo è il problema

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I pazzi sono tra di noi, e non sono solo quelli dell'Isis

Chiunque può superare una crisi è il quotidiano che ti logora», scriveva un secolo fa Anton Cechov. Ed è lì che il ripetersi e poi il ripetersi e poi il ripetersi ancora di attentati infetta le nostre vite iniettando insicurezza, affanno, paura. E più le armi sono diverse, il coltello, la pistola, il kalashnikov, il camion lanciato a tutta velocità a travolgere coppiette di pensionati e famigliole coi figlioletti sui passeggini, più monta l’inquietudine. La profanazione della nostra quotidianità. Ecco ciò che stiamo vivendo, noi europei. Come non ci fosse più uno spazio sicuro. Al riparo dall’impazzimento di un mondo che non riusciamo più a riconoscere. Perfino il dubbio che forse, vai a sapere, chissà, la strage di ieri a Monaco potesse non essere messa in conto al terrorismo islamico, un dubbio rimasto appeso a lungo, non è sembrato affatto rassicurante. Anzi, sembrava avere aggiunto insicurezza ad insicurezza: chiunque sia stato, siamo sotto attacco… Qui. A casa nostra. L'editoriale di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

Siamo molto fragili, il pericolo è sempre più vicino, Monaco insegna

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