Le agenzie di rating che hanno affossato l'Italia nel 2011

Nel luglio ecco il rientro in scena di S&P che riconferma la sua analisi di due mesi prima mentre i mercati sono aperti, e lo spread sale a quota 225 quando all’inizio dell’anno era pari a 173; un aumento del 30% nel giro di sei mesi. I mercati iniziano a speculare pesantemente sulla tenuta del debito pubblico italiano, e i maggiori hedge fund del mondo e la Deutsche Bank tedesca, teoricamente la banca di un paese alleato, si fanno avanti per prendere in prestito i titoli di Stato italiani per poi venderli al ribasso sui mercati finanziari internazionali. La Bce non può intervenire per acquistare titoli del debito a causa di un divieto specifico presente nei trattati europei che vieta il finanziamento del deficit degli Stati membri, altrimenti ben difficilmente si vedrebbe uno speculatore scommettere contro la potenza di fuoco di una banca centrale che in questo caso non può far valere i suoi strumenti di politica monetaria per ragioni giuridiche. Un articolo di Cesare Sacchetti u Il Fatto Quotidiano - 

Processo alle agenzie di rating che affossarono Berlusconi

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La turbofinanza che ride

Miliardari che sorridono

In Italia, in Spagna e Grecia, ma anche in Francia e Portogallo, si piangono lacrime amare per la violenta crisi economica che li ha colpiti sei anni fa, e che non si riesce a superare. Decine di milioni di uomini e donne hanno perso lavoro e reddito, l'uscita dal tunnel è ancora lontana, pochi, anzi, pochissimi uomini d'oro proprio non possono lamentarsi dei risultati delle loro operazioni con gli hedge fund. Enrico Marro, su Il Sole 24 Ore, scrive dei profitti conseguiti negli ultimi anni dalle rispettive aziende.

La recessione mondiale non ha colpito i big degli hedge fund

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