Renzi ha fallito, può fare le valigie

 

Se teniamo in conto delle innumerevoli promesse di Matteo Renzi fatte sia in occasione delle primarie per la segreteria del partito democratico (la prima contro Bersani, persa, la seconda contro Cuperlo e Civati, stravinta), ma soprattutto quelle fatte dopo la pugnalata alla schiena del povero Enrico Letta, non si può certo affermare che i risultati conseguiti a tutt’oggi dall’ennesimo esecutivo del Presidente Napolitano siano incoraggianti. Per diversi motivi. La compagine di governo è di qualità non medio-bassa ma inferiore, e di molto, a quella di Letta. Si salvano, forse Pier Carlo Padoan (il cui nome, peraltro, al caro premier è stato imposto dal Colle) e Graziano Del Rio, ottimo primo cittadino di Reggio Emilia. Per il resto, buio fitto. In seconda battuta, il livello dei parlamentari nominati (non eletti) è ugualmente mediocre salvo qualche doverosa eccezione. In questo quadro desolante si dovrebbero fare le riforme del Senato, la nuova legge elettorale, le leggi finanziarie o di stabilità per accontentare i desiderata di un “Parlamento senza qualità”? Sarebbe più serio tornare subito alle urne con una legge elettorale presa in prestito da un altro Paese (leggi Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, ad esempio) o anche con il Consultellum con candidati scelti dai cittadini, con liste non truccate. Nessun candidato deve potersi presentare in più di 2 collegi. L’unico ostacolo è l’atteggiamento del presidente della Repubblica che non vuole passare alla storia come chi ha sciolto le Camere per ben tre volte durante il suo mandato. E’ dal 2006 che i nominati in Parlamento sono degli abusivi. E poi ce la prendiamo con gli abusivi delle case popolari di Milano! I primi, veri, abusivi si trovano a Montecitorio ed a Palazzo Madama. Per non dire a Piazza Colonna, sede del governo. Prima s risolve il problema, meglio sarà per il Paese. Fino ad oggi non si sono fatti passi in avanti. Se si considera quel che è accaduto per l’elezione dei componenti della Consulta (anch’essa in parte abusiva, per le motivazioni fin qui sviluppate), quando i candidati dei partiti maggiori (Violante, ma anche Bruno) sono stati trombati perché evidentemente sono stati ritenuti immeritevoli di far parte del massimo organo giurisdizionale della Repubblica, la Corte Costituzionale. E questo da parte di un Parlamento già delegittimato di suo. Anche Giorgio Napolitano è un inquilino abusivo del Quirinale, visto che è stato eletto da un collegio … abusivo. Hanno tante, troppe, ragioni Beppe Grillo e i Cinque Stelle a lanciare strali un po’ in ogni direzione. Le loro proteste devono incanalarsi in una strada più propositiva. Hanno sbagliato a dare un calcio nel sedere a Pierluigi Bersani nella primavera del 2013. Hanno, di fatto, consentito a re Silvio di tornare in partita. Dopo non si lamentino. Devono entrare nella stanza dei bottoni e condizionare le scelte dell’esecutivo in misura maggiore di quanto fatto fino ad oggi. Altrimenti Renzi rimarrà davvero fino al 2018, con nocumento indicibile per l’Italia. Sì, perché un governo deve prendere decisioni nell’interesse di tutti e non solamente di qualcuno. Cosa che sta facendo Renzi nel silenzio dell’opposizione che sembra incapace di reagire. Renzi ha fallito in Europa, a parte dei bla bla di circostanza, non ha fin qui ottenuto niente. L’Italia ha necessità vitale di prendere respiro, non di trovarsi imbavagliata da un meccanismo infernale predisposto dalla Commissione Ue quando l’economia non si trovava nella condizione di pre-collasso. E’ stato un errore (e Prodi dovrebbe riconoscerlo) allargare l’Ue a 28 Paesi senza che, prima, venissero risolti alcuni problemini: unicità della lingua (magari l’inglese), stesso fisco (per evitare futuri LuxLeaks con Junker protagonista), stesse politiche sociali e così via. Si è scelto un altro percorso e non si è ancora capaci di ribaltare il tavolo. Anche questo è un errore compiuto dall’ex sindaco di Firenze. In definitiva serve un cambio di passo. Adesso, caro Matteo! A livello di Bruxelles (con cancellazione della doppia sede di Strasburgo), e con la messa in campo di idee nuove e non vecchie: il trattato di Maastricht va riscritto. Deve andare in soffitta il fiscal compact, imperdonabile errore dei governi Berlusconi-Monti. Non possiamo essere più vassalli di Bruxelles e di Angela Merkel. Anche qui Renzi e Padoan niente stan facendo. Gli 80 euro concessi si sono rivelati un’iniziative elettorale che non ha dato alcun risultato, almeno quello auspicato da Renzi. Anche gli 80 euro per i nuovi nati non produrranno niente di buono. Meglio sarebbe stato ascoltare Matteo Salvini e rendere gli asili nido gratuiti. Oppure discutere la proposta dei Cinque Stelle e andare verso un reddito di cittadinanza. Insomma, Renzi poteva davvero cambiare il volto del Paese e non lo sta facendo. Al di là delle parole di propaganda, che lasciano il tempo che trovano, pronunciate in modo assillante dai renziani della prima e dell’ultim’ora. Il disegno dell’uomo di Rignano sull’Arno sta per fare flop. Lo afferma un osservatore che ha seguito con interesse il suo percorso di uomo politico rampante.

Marco Ilapi

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La Merkel ha scoperto il bluff di Matteo

Sul fronte della governance europea, non ci risulta che il Governo Renzi abbia finora preso alcuna iniziativa di rilievo. Eppure questo è il vero banco di prova per garantire la sopravvivenza della moneta unica. Il potenziamento del budget federale, il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, la maggiore legittimazione democratica della Commissione Ue, la semplificazione delle regole e delle istituzioni europee: sono tutti temi sui quali vorremmo sentire la voce del Governo italiano. Così Angelo Baglioni sul siti www.lavoce,info.

Neanche Renzi smuove la Germania e l'Italia torna in recessione

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Le colpe dei governi (e quelle degli italiani)

Gli italiani hanno paura e mostrano una scarsa propensione a spendere. Queste paure non sono campate per aria, hanno un fondamento abbastanza preciso. Quel fondamento è la politica della casa, forse l’unica cosa importante che accomuna gli ultimi tre governi (Monti, Letta e Renzi). Il valore dell’abitazione, infatti, non solo è un elemento di tranquillità economica, ma è una delle determinanti cruciali che sostengono i consumi e la propensione a indebitarsi per consumare (una stima della Banca d’Italia di qualche anno fa quantificava in 25 miliardi l’impatto sui consumi di una variazione di 1000 miliardi del valore del patrimonio immobiliare). I governi Monti, Letta e Renzi per raccogliere 10-15 miliardi di tasse in più hanno abbattuto il valore del patrimonio immobiliare degli italiani di un ammontare che è difficile da stimare con precisione, ma che certamente è di un altro ordine di grandezza, diciamo almeno 30 volte maggiore (ricordiamo, giusto per dare un'idea, che il patrimonio immobiliare degli italiani si aggirava sui 5 mila miliardi nel 2007, e da allora è diminuito di almeno 1000 miliardi)Così Luca Ricolfi su La Stampa.

Gli errori degli ultimi governi

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