Il rebus dell'incarico per l'inquilino di Palazzo Chigi

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle consultazioni quirinalizie dirà ai suoi interlocutori: "Per favore datemi un'alleanza che abbia i numeri e un nome, e datemi tutto molto in fretta. Altrimenti, giocoforza, il governo lo faccio io per poi ritornare per l'ennesima volta alle urne". Soluzione, come molti hanno sottolineato in queste ore, che solo in Italia porta con sé la nomea del male peggiore, quando altrove è il naturale sbocco democratico di quando la dialettica tra le parti si inceppa. Niente da eccepire, se non che da noi ci si arriva sempre con leggi elettorali che sembrano fatte apposta per garantire l'ingovernabilità. E che dunque costringono alla ricerca di maggioranze politicamente implausibili per l'estrema diversità delle forze che le compongono. Ancora una volta, sono leggi fatte per garantire non i cittadini sulla stabilità dei governi, ma l'autoreferenzialità e la perpetuazione di chi li rappresenta in parlamento. Il commento di Paolo Madron su Lettera 43.

Il male dell'Italia è il Rosatellum, garantisce l'ingovernabilità

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Guerra sì, guerra no, il dilemma di Matteo

Resta il fatto che senza un impegno anche militare più sostanzioso da parte di tutti – doverosamente associato allo sforzo politico diplomatico nei confronti non tanto dei governi di Tripoli e Tobruk ma dei loro protettori politici ad Ankara e Doha e al Cairo e Riad – la missione non ha nessuna possibilità di successo. L'editoriale di Vittorio Emanuele Parsi su Il Sole 24 Ore.

Intervento in Libia, i dubbi del premier

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Un rischio per il premier, perdere il Pd

Matteo Renzi non è fatto per la politica di partito. È fatto per governare. Lì il suo temperamento lo ha prepotentemente indirizzato, lì - bisogna augurarsi - egli può dare i risultati migliori. Ma senza un partito alle spalle il suo retroterra è destinato a restare perennemente sguarnito. Presidiato da successi elettorali forse anche importanti, ma di scarsa utilità quando si tratta di pensare le cose da fare, come farle, con chi farle. Destinato ad avere un numero sempre crescente di clienti, di amici, di ammiratori, questo è sicuro, tuttavia egli poggerà sempre su una base in certo senso poco solida. E nella sua azione come nel suo ruolo apparirà sempre, prima o poi, come già appare oggi, qualcosa di insuperabilmente fragile. L'editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera. 

Renzi, il partito democratico non è più... democratico

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