Super stipendi per manager di banche fallite (o quasi)

Ventidue milioni complessivi per Intesa Sanpaolo. Oltre 29 milioni per Unicredit. Più di 24 milioni per il Banco Popolare. Tredici milioni e mezzo per Ubi. Sette milioni per Mps, che salgono a quasi 19 se si considerano anche i 92 dipendenti che “assumono rischi in modo significativo”. Oltre 12 milioni ciascuna per le disastrate Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che tra maggio e giugno sono finite entrambe in pancia al fondo Atlante. Tanto, nel 2015, sono costati alle maggiori banche italiane e a quelle più in crisi stipendi, bonus e buonuscite versati ai loro amministratori, dirigenti con responsabilità strategiche e membri dei collegi sindacali o consiglieri di sorveglianza. Che nel frattempo, in molti casi, varavano piani di ristrutturazione lacrime e sangue conditi da migliaia di esuberi. Per non parlare del mix pericoloso di crediti deteriorati (360 miliardi di cui 200 di sofferenze lorde) e scarsa redditività che ha reso gli istituti della Penisola il primo bersaglio delle turbolenze borsistiche seguite all’entrata in vigore della direttiva sul bail in. L'articolo di Chiara Brusini su il Fatto Quotidiano.

I super stipendi del tutto ingiustificati dei manager bancari

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Mps affonda a Piazza Affari e ha visto in faccia il suo killer

Visto che ieri è passato di mano quasi l’8% del capitale  di Monte dei Paschi di Siena (ma il ragionamento può essere riferito anche agli altri titoli bancari come Unicredit e Banca Intesa, n.d.r.), si dirà che per uno che vende ce un altro che compra. Vero. Vendevano coloro che si mettevano al ribasso (ossia allo scoperto) e acquistavano quelli che ricoprivano le posizioni (vendute allo scoperto), paghi dei guadagni delle ultime 6-7 sedute. Insomma pura speculazione, con l’aggiunta di qualche trader che ha puntato al rialzo, forse sperando nell’intervento del fondo Atlante o in altri improbabili compratori delle sofferenze del Monte. Oppure contando nell’estremo intervento della Consob per bandire le operazioni al ribasso, che se arrivasse, sarebbe inutilmente tardivo. Anche in questo caso, pura speculazione. L'editoriale di Walter Riolfi su Il Sole 24 Ore.

Crollo Piazza Affari, la vittoria della speculazione

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