Palazzo Chigi senza idee e il Paese ristagna

In materia economica il governo in carica pensava di doversi dedicare quasi esclusivamente alla manovra di fine anno e alla scelta-chiave di sterilizzare l’aumento dell’Iva. Giuseppe Conte e il suo principale alleato Nicola Zingaretti non avevano messo in conto che sarebbe scoppiata, nei primi mesi della nuova esperienza governativa, la questione industriale. Per chi non ne fosse convinto mi limito ad elencare i principali dossier: rischio chiusura dell’Ilva, nuova corsa contro il tempo per evitare il fallimento dell’Alitalia, raggiungimento di un’intesa Fca-Peugeot (che non penalizzi gli stabilimenti italiani), riconversione tecnologica dell’automotive verso l’elettrico, messa in vendita del gioiello Comau con possibile passaggio ai cinesi.Il comento di Dario Di Vico sul Corriere della Sera.

Il governo dimentica crescita e sviluppo

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L'Italia è ferma, la crescita del Pil, un miraggio

La previsione governativa di una riduzione del rapporto debito-Pil poggiava su tre pilastri: uno sforzo di contenimento del tasso di crescita dell'ammontare nominale del debito; una inflazione dell'1%; una previsione di crescita del Pil dell'1.5% in termini reali.Sul primo versante le cose non sono andate affatto male: la velocità di crescita del debito nominale durante gli anni della crisi è rimasta perlopiù in prossimità del 4%, nel 2015 è scesa al 2.4%, nei primi 7 mesi del 2016 è scesa ancora, po rtandosi intorno all'1.7%. Fin qui tutto bene. L'editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

La cura Renzi non dà i suoi frutti

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A parole l'Italia ha svoltato, nei fatti no

Nel 2016 il Pil dell’Italia crescerà poco più dell’1% (e anche questo non è dato per scontato), mentre i prezzi potrebbero restare sostanzialmente fermi. Nello scenario più pessimistico il Pil (reale) cresce più o meno dell’1% e i prezzi diminuiscono di qualche decimale, quindi il Pil nominale rischia di progredire di un modestissimo 0,7 o 0,8%. Interessante editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

Caro Renzi, con la demagogia il Pil no cresce

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