Calenda: ''Basta con un sistema maggioritario farlocco!''

Trent'anni sprecati dall politica!

A trent’anni esatti dal varo di quel sistema maggioritario che avrebbe dovuto regalarci stabilità e governabilità, garantendo all’elettore il diritto di scegliere direttamente presidente del Consiglio, governo e maggioranza, siamo ancora qui a discutere di riforme costituzionali ed elettorali, che verosimilmente finiranno come tutte le proposte di riforma precedenti. Abbiamo passato trent’anni filati a parlare di come assicurare governi eletti direttamente dai cittadini, mentre gli stessi sostenitori di queste tesi (politici, giornalisti, costituzionalisti e commentatori di ogni ordine e grado), promuovevano o approvavano di tutto cuore ogni sorta di governo tecnico, di larghe intese o di grande coalizione, ribaltoni e ribaltini per tutti i gusti, fino allo spettacolo psichedelico della precedente legislatura, che ha visto persino due governi di opposto colore politico guidati dallo stesso presidente del Consiglio. Il commento di Francesco Cundari su LInkiesta.

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Renew Europe è la speranza per chi si oppone a FdI

Per Renew Europe la necessità di una lista unica per le europee

La Francia chiama – allons enfants – ma Carlo Calenda non ci sta. La spinta nientemeno che di Emmanuel Macron a superare gli ostacoli per dar vita a una lista unitaria nel segno di Renew Europe (attualmente è il terzo gruppo per numero di parlamentari a Bruxelles) per il capo di Azione nemmeno esiste. In effetti non c’è stata alcuna iniziativa diretta del presidente francese, il quale ha ben altro da fare che non occuparsi delle beghe dei riformisti-centristi italiani, e tuttavia un appello esplicito è venuto da Stephane Séjourné, il presidente del gruppo di Renew a Bruxelles: «Sono in contatto costante con Renzi, Calenda e Più Europa» per tentare la strada di una lista unica. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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Il naufragio del Terzo Polo

Terzo Polo out, il divorzio, largamente prevedibile, tra Renzi e Calenda

Renzi, per ragioni in gran parte condivisibili, non ha mai creduto fino in fondo al cosiddetto Terzo Polo e, procedendo con scetticismo e prudenza (anche la scelta del «passo indietro» lo testimonia), ha finito per immaginare una federazione travestita da partito. Calenda ci ha creduto più per ambizione che per visione e ha gestito il processo in modo verticistico, personalistico e velleitario. I due hanno avuto comportamenti molto differenti: con un’iperbole potremmo definire l’atteggiamento di Renzi «più abile che onesto» e l’atteggiamento di Calenda «più ambizioso che abile». Sta di fatto che entrambi condividono la responsabilità del fallimento. Il commento di Alessandro Chelo sul sito Linkiesta.

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