Il progetto dei grillini, il totalitarismo internettiano

Un portaborse, non molto tempo fa, segnalò a Luigi Di Maio un certo Pietro Nenni. Scovata su Wikipedia una sua frase, «L’immobilismo giova alla conservazione», il ministro degli Esteri, eccitato, la usò ignorando che Nenni era la figura più lontana dal grillismo: un alfiere della democrazia come partecipazione delle masse alla costruzione della Storia, oltre che un uomo avvolto nella leggenda per coraggio e coerenza. Laddove il grillismo, anche nella versione dal volto smunto del dimaismo, è l’annichilimento progressivo della democrazia, lo svilimento della partecipazione, l’opacità del comando a-democratico. (...) Da Piero Calamandrei a Riccardo Fraccaro, da Nilde Iotti a Paola Taverna, da Aldo Moro a Vito Crimi (...) Alle origini del totalitarismo internettiano di Casaleggio padre e di Beppe Grillo c'è il postulato in versione versetto confuciano di quest'ultimo («Il M5s vuole realizzare la democrazia diretta, la disintermediazione tra Stato e cittadini, l'eliminazione dei partiti, i referendum propositivi senza quorum: i cittadini al potere») e tutto l'armamentario ideologico di Gianroberto Casaleggio ispirato a una post-democrazia che coincide con un sistema dispotico fondato sul controllo delle centrali della formazione delle coscienze: un moderno aggiornamento delle conosciutissime teorie reazionarie del Novecento.Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

Questa l'Italia. Ieri c'era Pietro Nenni, oggi Luigi Di Maio

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La fronda M5S nei confronti del governo Conte 2

Un colpo a Conte e uno a Grillo. Altro che blitz, l’emendamento con cui una fronda di deputati del Movimento Cinque Stelle ha provato a togliere dal decreto agosto la norma sulla proroga dei vertici dell’Intelligence è pensato, studiato, premeditato. Parola di Aldo Giannuli, politologo, vecchia conoscenza dell’universo grillino e grande esperto di intelligence che sulla bagarre di Montecitorio non ha dubbi: “Qualcuno vuole aprire la crisi di governo”. L'intervista al prof. Aldo Giannuli su Formiche a cura di Francesco Bechis.

Le spie di Giuseppe Conte

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Confusione nel Palazzo, chi rema contro, chi a favore

C’è un asse, quello governista che spinge per l’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico alle elezioni regionali, ma non è una notizia. La notizia è che ad allinearsi su questo asse, e a sostenere quindi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è Alessandro Di Battista, dopo settimane in cui l’ex parlamentare e big del Movimento aveva scosso la tenuta interna del suo stesso partito, con esternazioni che avrebbero potuto mettere a rischio anche il governo. E lo scrive nero su bianco, Di Battista, sul terzo post su Facebook (consecutivo) della settimana: cosa deve fare il Movimento? “Sostenere Conte”, ed è questa la principale novità secondo il politologo Mauro Calise, raggiunto telefonicamente da Formiche.net per una conversazione su quello che chiama “gioco della parti” all’interno della forza politica fondata da Beppe Grillo. “La partita si gioca principalmente in Liguria e Puglia”, spiega il docente di Scienza Politica all’Università Federico II di Napoli, e se dovesse andare a buon fine questo asse istituzionale porterebbe a casa un gran risultato. Risultato che metterebbe in tasca Conte, e non di Maio. L'intervista al prof. Mauro Calise sulla situazione politica del Belpaese oggi.

Il gioco delle parti nel M5S

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