Le difficoltà di Renzi non sono finite

Le difficoltà di Renzi non sono finite

Non ci sarebbe bisogno di chiedere una revisione delle politiche europee per innestare la marcia dello sviluppo se si avesse la forza per ridurre significativamente la spesa pubblica, al fine di ricavarne le risorse necessarie per diminuire la pressione fiscale. Ma poiché quella forza il governo italiano non la possiede (abbiamo visto che fine ha fatto la spending review) non resta che cercare a Bruxelles l’allentamento dei vincoli che è necessario per tagliare le tasse. Renzi è in difficoltà. I segnali di ripresa economica ci sono ma sono ancora troppo timidi. Egli rischia, tra pochi mesi, di concludere il suo secondo anno come capo di governo senza che ci sia stato un serio rilancio economico. Il Jobs act è stato un ottimo provvedimento ma da solo non basta. Possiamo immaginare una specie di «triangolo delle Bermude»: i Paesi che si trovano al suo interno, che non riescono a uscirne, non hanno possibilità di sperimentare un forte sviluppo. Il primo lato del triangolo è costituito da un regime di tasse alte; il secondo lato, da una estesissima area di intermediazione pubblica; il terzo lato, infine, da una cultura anti-impresa che permea l’amministrazione e la giurisdizione. Se così è, agire soltanto sul primo lato del triangolo (abbassare le tasse), ancorché necessario, non è sufficiente per rimettere in moto lo sviluppo. Bisogna anche agire sugli altri due lati, e qui le resistenze, sia politiche che culturali, possono essere fortissime: così forti da far considerare, al confronto, le proteste sindacali per la riforma della scuola come una timida, composta, e solo accennata, manifestazione di dissenso. Un editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Italia, se vuoi sviluppo, taglia la spesa pubblica!

Newsletter

. . . .