Riforma del lavoro, è vera svolta?

da internet

Matteo Renzi ha voluto la riforma del lavoro non solo per spingere le aziende a investire, ma anche, come ha spiegato lui stesso, per dare ai giovani una condizione di stabilità lavorativa (che non significa un posto per sempre), dalla quale dipende la stessa prospettiva di vita. Il punto allora è come verrà considerato dalla società il nuovo contratto, che nominalmente è « a tempo indeterminato a tutele crescenti». Si affermerà nei fatti come una forma sostanzialmente stabile e quindi utilizzabile, per esempio, per ottenere un mutuo oppure verrà sfruttato come una parentesi dalla durata incerta di cui approfittare per fare il pieno degli sgravi senza credere in una nuova prospettiva di qualità del lavoro? In quest’ultimo caso, sarebbe una grande occasione sprecata. Un articolo di Enrico Marro sul Corriere della Sera.

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