Il doppio volto di Angela, la cancelliera di ferro

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La crisi dei rifugiati, l’esodo da regioni ormai politicamente destabilizzate, viene visto esclusivamente come una tragedia umanitaria, tralasciando gli aspetti politici. Si badi bene, si tratta di una tragedia umanitaria, ma anche la crisi del debito sovranoscoppiata nel 2010 presentava alcune delle caratteristiche che contraddistinguono questo fenomeno. Tuttavia è stata gestita come un fenomeno esclusivamente politico. Per chi non è d’accordo con questa analisi basta ricordare l’impossibilità di acquistare farmaci all’estero da parte degli ospedali e delle farmacie greche, l’epidemia dei suicidi, la disoccupazione oltre il 50 per cento, la contrazione del 25 per cento del Pil nel giro di meno tre anni. Ai greci che sprofondavano nella povertà noi europei non abbiamo offerto nessun appoggio umanitario né mostrato alcuna comprensione. L'editoriale di Loretta Napoleoni su Il Fatto Quotidiano.

Merkel ha affossato la Grecia, cambia disco con l'immigrazione siriana

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Immigrazione senza controllo, le inefficienze dello Stato

Molti italiani hanno paura delle migrazioni non perché siano ostili alle persone dei migranti, ma perché vedono che l’emergenza è gestita male, e soprattutto non ne vedono la fine. L’impressione è che il governo e gli enti locali stentino a organizzare sia l’accoglienza, sia i rimpatri; e soprattutto non riescano a disegnare un orizzonte che dia ai cittadini quella sicurezza anche psicologica senza cui l’integrazione resta utopia. Il tentativo di coinvolgere l’Europa sta dando i primi risultati. Ma gli italiani sanno che le guerre civili nel Nordafrica e in Medio Oriente non sono affatto finite, che per stabilizzare l’area serviranno anni se non decenni; e non intravedono ancora né le regole né le azioni che consentano di salvare i profughi, sottraendoli ai trafficanti di uomini, e di selezionare all’origine i «migranti economici», distinguendo le figure professionali di cui l’Italia ha bisogno dalla massa che andrebbe fermata o rimandata indietro. L'editoriale di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.

Immigrazione incontrollata, la paura degli italiani non è una colpa

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L'Europa non esiste e gli Stati nazionali affondano

L'ex Cavaliere di Arcore dice che Renzi è il suo "figlio buono" non sbaglia: Renzi conosce benissimo il modo per sottolineare un evento che nulla ha a che vedere con la politica e con l'economia ma soltanto con il consenso popolare. (...) A Matteo piace l'Europa degli Stati nazionali confederati; ambisce di essere uno dei leader di quella Confederazione della quale l'Italia fu uno dei fondatori nel lontano 1957; ma non accetterà un declassamento degli Stati nazionali a membri d'uno Stato federale. Questo è un handicap molto grave. Purtroppo condiviso da gran parte dei capi di governo dell'Ue. Se la Germania si muovesse in questa direzione, se la sinistra europea facesse altrettanto, allora forse la Federazione europea diventerebbe possibile. Su questo punto Renzi non risponde e non ne parla. Ha fatto benissimo a volare a New York, meriterebbe d'essere accolto al ritorno da quella canzone cantata splendidamente da Frank Sinatra, ma il problema dell'Europa federale è alquanto più importante e da lui la risposta finora non è venuta. L'editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica. Un figlio buono, anzi buonissimo di Silvio Berlusconi.

Di Stati Uniti d'Europa non parla nessuno, neanche Renzi

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