Europa sempre più in difficoltà

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L'Unione Europea nella paranoia totale. Da un lato i parlamenti francese e tedesco lo scorso 22 gennaio, in cui tra le altre cose si parla di “rafforzare la cooperazione transfrontaliera” tra i due Paesi, di “un’integrazione completa e rapida dei loro mercati” e di “rafforzare la politica estera e di sicurezza comune.  Dall'altro no paesi come Olanda, Svezia, Danimarca, Finlandia, Irlanda e repubbliche baltiche che dicono no al bilancio comune dell'Eurozona e tantomeno a un ministro delle Finanze, rispetto inflessibile del fiscal compact, e in generale nessun nuovo trasferimento di sovranità e competenze a Bruxelles. Insomma, l'Unione Europea  è in un cul de sac. Le considerazioni di Tommaso Canetta sul sito www.linkiesta.it.

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L'Europa ci guarda e guardano al Quirinale. Ci spera Jean-Claude Juncker, il primo a temere che finisse male; se lo augura Emmanuel Macron, improvvisamente generoso con un'Italia finora ignorata o contraddetta (le frontiere chiuse a Ventimiglia); ci scommette Angela Merkel che deve al suo presidente della Repubblica se l'Spd si è alfine decisa a larghe intese. Preoccupati, ma in fondo fiduciosi, aspettano anche i mercati. Ma non in eterno, come ha avvertito anche Mario Draghi che, iniettando denaro mese per mese, ha favorito la ripresa qui e in Europa. Insomma, tutti pregano che sia il Capo dello Stato a favorire una soluzione che per adesso non si vede. Appunto, quale? Il commento di Bruno Manfellotto sul Messaggero Veneto.

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